Interviste d’Autore – Attilio Negherbon

La sua silloge poetica “Sensazioni” è una raccolta di poesie scritte tra il 1967 e il 1972. Da cosa deriva questa selezione? Questo lasso di tempo è particolarmente significativo per lei?

“Il libro è formato da tre raccolte: Sensazioni oltre che raccolta, dà il titolo alla trilogia. Ho incominciato a 14 anni a scrivere sempre in italiano, poiché non volevo confondere i dialetti diversi dei miei genitori. Ho scelto le due raccolte più datate Sensazioni e Metamorfosi per non perdere Contaminazioni che è del 2001-2021 riflessioni/poesie che hanno accompagnato la mostra di icone dell’Artista Emanuela Dughetti.”

“Sensazioni”; “Contaminazioni” e “Metamorfosi” sono le tre sezioni che compongono il volume. In che modo ha attuato questa divisione?

“Ho sempre collocato le poesie in diverse teche, poi veniva la fatica della scelta di un titolo. Tre foglietti con scritto tre nomi diversi, poi estrazione ed ecco il titolo. Non mi sono mai pentito, il titolo di una raccolta più lungo è del 1988 Ed. Gabrieli Roma: “L’erba-voglio non cresce senza la luce del mattino”. Le divisioni sono causate da una mia coerente o incoerente filosofia poetica.”

La poesia “Vuoto” conclude l’opera ed è l’unica scritta nel 2020. Ha un particolare legame con questo testo?

Vuoto l’ho scritta in piena pandemia Covid, l’ho fatta leggere ad un mio amico cantautore Osvaldo Tarter di Preghena-Rumo in arte OsVi Tarter; l’ha musicata e cantata, il recitativo lo ha eseguito il figlio Samuel Tarter: è stato emozionante.”

Nella sua nota biografica scrive di essere amante di Ungaretti, Lorca, Merini, Pasolini, Neruda ed Hesse. Quali crede siano le influenze subite dalla sua poetica rispetto a questi autori?

“Il mio metodo di lavoro è quello di collocare le parole, io soffro di gioia quando termino una poesia, che rimanere così, senza correzione…”

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