Intervista d’Autore – Lucia Olivetto

La sua passione per la scrittura nasce dall’infanzia oppure si è manifestata più di recente?

Ho sempre amato scrivere fin da bambina; inizialmente scrivevo diari o piccole riflessioni, brevi semplici versi, che nascondevo e tenevo rigorosamente per me. Avevo inventato una serie di alfabeti  incomprensibili agli altri in modo che nessuno potesse accedere a ciò che scrivevo. Tra le cose un po’ bislacche che facevo ricordo di aver raccolto in un piccolo quaderno questi alfabeti in soffitta e, tuttora a distanza di più di quarant’anni, ancora non riesco a ritrovarlo.

Qual è il momento della giornata che predilige per la scrittura dei suoi componimenti e perché?

Non ho un momento preciso nel corso della giornata; solitamente, senza che ci sia un reale fattore predisponente, mi vengono in mente immagini o brevi frasi che mi appunto. Nelle ore della sera e della notte le rivedo e le assemblo e, se mi sembra che possano avere un senso, nel corso dei giorni successivi provo a riscriverle collegandole e risistemandole.

In che modo nascono le sue poesie? Sono frutto di momenti di vita reale e personale oppure le piace scrivere di sentimenti universali?

Le mie poesie prendono forma, come ho già riportato nella risposta precedente, da singole frasi o immagini, che poi cerco di riunire in modo più organico; molto spesso rimangono scritte per me, come momenti che cerco di fissare in parole. Sicuramente si ricollegano a emozioni o situazioni, non necessariamente autobiografiche, ma con cui emotivamente entro in risonanza; in alcuni casi sono effettivamente più autobiografiche. Non penso di avere mai scritto qualcosa in funzione del fatto che venga condiviso o compreso; certamente, se descrivo emozioni comuni, penso sia più facile che altri possano in qualche modo riconoscersi o immedesimarsi. Credo di avere sempre scritto per un bisogno mio, individuale, perché mi piace, mi fa sentire meglio e mi permette, tempo dopo, di rileggere ciò che ho scritto. Per quel che riguarda tematiche universali, forse meno frequentemente riesco a trovare una modalità descrittiva che mi sembri adeguata.

Crede che la scrittura poetica l’accompagnerà per tutta la vita? Riuscirebbe mai a farne a meno?

Sicuramente scrivere è un qualcosa che faccio da sempre e che penso continuerò a fare sempre; non so se si possa parlare di “poesie”; a volte forse, altre sono solo riflessioni o brevi scritti in prosa. Scrivere è un modo di comunicare, ma è anche molto di più. Non credo riuscirei a farne a meno, questo non significa  che ciò che scrivo possa avere un valore per gli altri, ma sicuramente ha un valore e soprattutto un senso per me.

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