Dantebus Recensioni – “Il destino siamo noi”

Intervista a Maria Grazia Tore, in arte Luna, autrice della commovente e profonda silloge poetica Fratello Sole & Sorella Luna. Un viaggio nei ricordi d’infanzia tra nostalgia e fiducia nel futuro.

Da dove parte la sua silloge poetica Fratello Sole & Sorella Luna? Da quale momento della sua vita?

“Nasce da un ricordo che mia madre mi ha lasciato ed è legato ad un fratellino che non ho mai potuto conoscere. Ho solo tre ricordi di questo bambino: sono cresciuta in collegio, in quel periodo vidi mia madre una volta, poi ebbi una telefonata, non ricordo il momento preciso ma era intorno al mio decimo compleanno, ricordo la voce di questo bambino che mi fece gli auguri e poi ricordo che mi disse: “Quando vieni a casa?”. Non diedi risposta al suo interrogativo, questa raccolta vuole essere una risposta a quella domanda. Poi andai in colonia e rividi mia madre per cui questa raccolta è concentrata sul ricordo di questo bambino che le tiene la mano. Quell’immagine è rimasta impressa nei miei ricordi, poi i miei genitori si sono separati e mio fratello è stato dato in adozione. Sono cresciuta tenendo dentro di me il ricordo di questo fratello, sono cresciuta solo con mio padre perché il tribunale non diede il permesso a mia madre di avere con me rapporti ma compiuti diciotto anni abbiamo riallacciato i rapporti e ho potuto rispolverare quei ricordi insieme a lei.”

Molte poesie sono ricordi d’infanzia con protagonista suo fratello. Quali emozioni le suscitano quei ricordi?

“Bellissimi ricordi. Io mi sono sposata e il mio primo figlio l’ho chiamato con il nome di mio fratello. Sono cresciuta con lui in qualche modo, per me è sempre stato vivo, reale e presente: è il mio fratellino. Io specifico che esistono due mamme: la mamma della vita e la mamma del cuore. Ringrazio la madre che lo ha cresciuto e spero che ad oggi sia la persona che ho sempre sognato ed immaginato: per me è sempre quel bambino che tiene per mano mia madre.”

Una parte della silloge presenta un monologo tra il Sole e la Luna, ossia tra lei e suo fratello. La scrittura è un mezzo per esprimere parole mai dette?

“Scrissi “Raggio di sole” proprio pensando a lui, nella vita accadono situazioni che vanno al di là della nostra volontà. Ho visto la solitudine negli occhi di mia madre, le sue ultime parole furono: “Io voglio vederlo prima di morire”. Sono sicura che mia madre lo avrebbe amato tanto, di quel nucleo familiare sono l’unica superstite che può descrivere le sue lacrime e i suoi sentimenti. Mia madre ha continuato a vivere con la sua foto accanto e ora quella foto è sempre con me.”

Suo fratello ha avuto modo di leggere il suo libro?

“Non lo so ma spero di sì. Purtroppo è un tema doloroso, io sono cresciuta come figlia unica e quando i bambini vengono affidati ad un’altra famiglia è difficile mantenere i rapporti. Per me lui è sempre mio fratello, lui sa che esisto e deve scegliere lui: il destino siamo noi. Indipendentemente dalle sue scelte gli voglio bene e gliene vorrò sempre, se lui vorrà conoscere la mamma della vita io gliela racconterò e lui potrà raccontarmi della sua mamma del cuore. In un certo senso lui è stato più fortunato di me, io sono cresciuta con le suore mentre lui ha avuto la possibilità di avere una nuova famiglia mentre io ho dovuto ricucire il rapporto con mia madre. Non si può obbligare qualcuno ad amarti, se lui vorrà, io ci sarò. Deve sapere che ha una sorella sempre accanto a lui, sono cresciuta con lui anche se lui non mi ha mai conosciuta. Vorrei dirgli che gli voglio bene, ho questi ricordi nitidi grazie alla mia mamma che mi ha sempre parlato di lui. Mi piacerebbe essere la sorella maggiore che non ho avuto la possibilità di essere.”

Quando ha scritto il suo ultimo verso? Ce lo potrebbe leggere?

“L’ultimo verso che mi piacerebbe leggere è Luna che dice: “Il destino siamo noi, dipende da noi, sono nata nel tuo destino.” E Sole che risponde: “Mia sorella, sorella Luna.”

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