Interviste d’Artista – Fabio Recchia

Vista la sua esperienza nel mondo dell’arte tra pittura e poesia, cosa la ispira per la realizzazione delle
opere? È una continua ricerca di uno stimolo esterno o, al contrario, è qualcosa che parte da dentro?

“Per quanto mi riguarda, ambedue le domande sono valide, accolgo sempre gli stimoli esterni che se mi colpiscono, che stimolano la mia creatività, sia nella scrittura che nella pittura. È innegabile poi poter esprimere quello che sento dentro, che riguarda i sentimenti, la religiosità, l’amicizia ecc. Questo influenza molto la mia arte/poesia. Il dipingere, lo scrivere, credo serva per liberarsi, per esprimere, per condividere, per rendere partecipi chi mi legge e chi guarda le opere, del mio essere, del mio io.”

Tra colori spray e acquerello, due tecniche molto diverse. Quale sente più vicina tra le due?

“Indubbiamente le due tecniche sono molto differenti, però con ambedue queste tecniche riesco a ottenere dei risultati che secondo me si avvicinano, la delicatezza dell’acquerello, le sfumature che ottengo con i colori spray si avvicinino a quel mondo evanescente, irreale, fantasioso, che voglio esprimere con i miei lavori.”

I titoli delle sue opere sono pregni di significato, quando nascono? Prima, dopo o durante la
produzione?

“I titoli alle opere le do sempre dopo la realizzazione, con il titolo cerco di dire in parole quello che voglio esprimere, per far sì che il titolo completi quanto l’osservatore vede.”

Come nascono le sue opere? Sono il risultato di un processo creativo metodico e costante oppure
istintivo?

“Nella maggior parte delle opere quello che dipingo è sempre istintivo, in alcuni c’è lo studio di quanto
voglio rappresentare, ma normalmente il quadro è già nella mente, lo vedo prima e poi tento di trasferire su carta o tela.”

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