Interviste d’Artista – Donatella Caccialanza

In che modo ha selezionato la fotografia da esporre? Quale valore ha per lei e cosa desidera trasmettere agli spettatori attraverso questo scatto?

“Ho selezionato la fotografia perché rappresenta uno dei miei “luoghi dell’anima”! Quest’estate ero in vacanza ad Assisi, mi sono recata all’eremo delle Carceri, luogo di silenzio e alta spiritualità e lì scattai la foto! Ricordo che proprio nel momento in cui ho scattato la foto sentivo in me pace e tranquillità, lontana dal ritmo frenetico della vita quotidiana, mi sembrava di respirare allo stesso “ritmo” di quel luogo. Quindi è stata una scelta molto legata alle emozioni di quel momento, ma che ho sempre con me nel cuore e spero di aver trasmesso a chi guarda o vorrà guardare la fotografia dell’Eremo! Un piccolo assaggio di quelle emozioni! La fotografia dovrebbe aiutare a vedere con gli occhi del cuore… quell’invisibile che difficilmente cogliamo in ogni cosa!”

Come realizza i suoi scatti? Sono frutto dell’ispirazione del momento oppure tende a ricercare situazioni e luoghi in cui poter realizzare lo scatto perfetto?

“Di solito sono alla ricerca di scatti che magari colgono non solo la veduta d’insieme, ma anche e soprattutto il piccolo particolare, quello che solitamente sfugge all’attenzione. Solitamente mi lascio ispirare dal momento. Credo che dovremmo portare sempre con noi una macchina fotografica… grazie al cielo iPhone e smartphone sono un grosso aiuto per immortalare momenti e cogliere ciò che più colpisce in quel preciso istante… la fotografia è una sorta di carpe diem… a mio parere lo scatto perfetto esiste solo se si coglie il momento, a prescindere dal soggetto!”

Quando si è avvicinato alla fotografia? Ha sempre scattato in digitale o anche in analogico? Nel corso degli anni ha seguito dei corsi per studiare nuove tecniche?

“Sin da bambina amavo fotografare, anche per gioco, ho cominciato con la Polaroid, perché potevo vedere immediatamente il risultato. Poi ho cominciato con le macchine fotografiche in analogico, l’utilizzo della pellicola, era un po’ un limite. Ne ho utilizzate (e consumate!) tantissime e non sempre il risultato era quello che speravo. Con l’avvento del digitale invece si ha la possibilità di poter valutare quale scatto eliminare, quale tenere, modificare o ritoccare con l’aiuto della tecnologia creando effetti di luce e colore. A volte rivedendo le foto di famiglia in bianco e nero mi sembra di “leggere” la mia storia, perché riempiono album che raccontano storie di vita vissuta ed emozioni, con l’avvento del digitale raramente si tende a stampare e forse questo è un limite… come dire l’album resta, il digitale si può perdere! Non ho seguito corsi particolari, un’amica fotografa mi ha trasmesso l’amore per la fotografia e di questo gliene sarò sempre grata!”

Qual è il suo genere fotografico preferito? Still life, street photography, reportage, naturalistica, ritrattistica…

“Mi piace molto fotografare la natura, i paesaggi, ma anche le persone, in particolare le espressioni delle persone colte nella spontaneità. Lavorando come insegnante alla scuola dell’infanzia, cerco di cogliere le espressioni buffe e bizzarre dei bambini presi nella loro spontaneità. Sono foto che vengono condivise con i genitori. Mi piacciono non le classiche foto in posa, ma quelle che rappresentano la vita reale. Posso affermare che la street photography è uno dei miei generi preferiti dopo la foto naturalistica e ritrattistica. Siccome ritengo di essere eclettica e curiosa mi avvicino un po’ a tutti i generi fotografici!”

È solito post produrre i suoi scatti oppure preferisce lasciarli fedeli all’originale?

“Gli scatti preferisco lasciarli fedeli all’originale! Certo prima di scattare una foto è necessario pensare all’armonia dei colori, occorre saperla analizzare, immaginare questa armonia ed esprimerla al meglio negli scatti finali! Anche se a volte a occhio nudo una scena può sembrare armonica spesso il risultato fotografico non è quello atteso, allora in quel caso forse la foto va ritoccata utilizzando programmi particolari… ma questa è un’altra storia! Ritengo che per essere fedeli alla foto originale si debba ritenere il colore, i colori elementi chiave della fotografia!”

 

L’eremo

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