Interviste d’Autore – Simone Di Rocco

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua poetica?

“Il mio modo di comunicare è da sempre la scrittura poetica, quindi esprimermi in versi è aspetto essenziale della mia vita e della mia sensibilità. Il mio agire quotidiano in famiglia, i miei studi che contemplarono l’arte con indirizzo umanistico e nel lavoro che svolgo, mi danno continui spunti.”

La poesia di incipit presente in questa collana possiamo ritenerla un manifesto della sua poetica? Perché ha ritenuto importante che fosse la prima?

“La poesia di incipit Dietro le sbarre narra di carcerati e di una seconda possibilità di esistenza nella società a volte negata da pregiudizi morali e da una condizione lì dentro che nega spesso la loro dignità di esseri umani come gli altri. Più in generale io compongo per gli ultimi e per gli esclusi in un sistema mediatico dell’apparire e non più dell’essere, dove anche l’artista a volte è solo e non capito, perché osserva ciò che lo circonda con altri occhi.”

Ricorda il primo momento in cui si è avvicinato alla scrittura poetica?

“Mi ricordo esattamente quando è avvenuto per la prima volta, è stato in un’ora di buco a scuola nel 1997 e composi una poesia che parlava di immigrazione e delle condizioni disumane che spesso queste persone sono costrette a vivere e a sopportare, sbarcando in un altro paese. Io sarò sempre dalla parte di chi sta peggio orgogliosamente.”

Quali sono i suoi progetti futuri come scrittore? Attualmente sta scrivendo?

“Io come ho già detto scrivo sempre perché è la mia essenza, già con sei raccolte di poesie all’attivo ho raggiunto un grande traguardo che mi fatto conoscere persone e artisti incredibili e ho già avuto grandissime soddisfazioni. Continuerò però a farlo, migliorando sempre il modo di scrivere e di guardare ciò che mi circonda con uno spirito che nonostante la mia età di quarantacinquenne, rimane di un uomo idealista e puro.”

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