Interviste d’Autore – Francesco Terrone

All’interno della sua raccolta, molte delle sue poesie trattano temi romantici. Possiamo, pertanto, affermare che l’amore è uno dei temi cardine della sua poetica? Se sì, cosa lo ha spinto a renderlo tale?

Non esito ad affermare con convinzione che molte delle mie liriche abbiano come tema fondante l’amore. Potrei definirmi un uomo e, quindi, un poeta romantico? Certamente sì, ma devo anche precisare che l’amore di cui sono intrisi i miei versi non può ridursi solo a quel tipo di amore che, per esempio, può nascere e crescere tra un uomo e una donna oppure a quello che un genitore può donare al proprio figlio. L’amore, così come lo intendo io, è quello con la A maiuscola, quel sentimento universale che potrei concettualizzare nell’amore che si ha verso la vita e per la vita. Ognuna a suo modo, le mie liriche trattano di un amore e delle sue mille sfaccettature, dei mille colori che rivelano il sentimento, delle sfumature che denotano quell’affezione dell’anima che la rende aperta al cuore, a scoprire, a incuriosirsi, a darsi all’altro, ad amare direi! Che si tratti dell’amore verso la donna, i bambini, gli anziani, i fragili, verso Dio, la natura, cerco di mettere in versi una nuance dell’amore che possa condurci sempre verso un fine: quello di amare la vita nei suoi molteplici accadimenti e di viverla nella sua semplicità. È in essa che accade il senso.

Nel componimento “Il vento nelle parole” leggiamo: “Tutto accadde,/tutto accade mentre il vento soffia/sulla dignità delle parole/per renderle eterne nel cuore della gente.” Cos’è per lei la “dignità delle parole”? È l’elemento che ricerca nel corso del suo processo creativo?

Quando scrivo i miei componimenti è perché c’è sempre una sottile ispirazione che mi spinge a mettere nero su bianco e in questa scrittura amo andare sempre alla ricerca delle parole giuste che siano capaci di esprimere quello che io intendo. A volte mettere in versi un concetto non è semplice perché è esso stesso complesso. Poiché credo che un poeta, attraverso le sue poesie e nel suo processo creativo, ha il dovere di farsi intendere è necessario saper comunicare e, quindi, trovare le parole consone alla comunicazione di quanto voluto, parole che appunto abbiano dignità dell’espressione. La ricerca delle parole giuste è fondamentale; questo in generale. A proposito, invece, della poesia “La dignità nelle parole” è un discorso diverso nel senso che in tale lirica c’è la mia volontà a denunciare un vizio che appartiene a molte persone: quello di parlare, molto spesso a sproposito. Il mio intento, nella lirica, è stato quello di proporci di riuscire ad attuare una vera e propria bonifica delle parole che la gente usa a vanvera. Le parole hanno sempre un senso preciso e sono capaci di ferire, se usate male, quanto di alleggerire un cuore e un’anima dolente quando le si sanno utilizzare diventano un balsamo lenitivo.

La poesia “Il ritorno del sole” è di tipo motivazionale. È corretto ritenerla portatrice del messaggio che come poeta vuole trasmettere al suo lettore? Come e quando l’ha composta?

Io sono pienamente affascinato dalla potenza del vento. È un simbolo che uso molto spesso nelle mie liriche perché esso, oltre a rappresentare lo Spirito divino, è portatore di tutto ciò che la vita ci dona. “Il ritorno del sole” è una lirica che ho scritto qualche anno fa in un dei miei momenti di riposo dalle fatiche quotidiane, quando cerco di staccare la spina da quelli che sono i faticosi impegni lavorativi, e mi incanto ad osservare quello che mi accade intorno perdendomi in spesso dolcissime riflessioni. Potrei definire questi versi come un inno ad amare la vita. Anche nei momenti più bui che, inevitabilmente, ci accadranno rimarrà il sole che splenderà ancora, una stella ad illuminarci, ci accompagnerà la libertà e la sapienza ci condurrà sempre nel posto che tratteniamo stretto nei nostri sogni, laddove liberamente possiamo riprendere a vivere.

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

Come precedentemente detto, amo il vento perché nasconde una simbologia che mi affascina per cui non potrei che scegliere tra le liriche che compongono questa piccola raccolta poetica che “Il vento”. Esso è il soffio della natura, movimento vitale, energia che muove il corpo, la mente, lo spirito, è lo scombussolamento inevitabile prima del ristabilirsi dell’equilibrio. È spinta speciale alla vita ed io vorrei essere sempre posseduto dal vento e vivere libero come un aquilone che sorvola il mondo ed è capace di donare curiosità e un sorriso ai bambini: “Come il vento voglio essere libero/ di vivere in compagnia delle nuvole/ che si rincorrono nel cielo senza fermarmi mai”.

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