Tiziana Trombetta, prossimamente edita nella collana “Isole”, racconta della sua scrittura profonda ed intima. Una poesia personale che nasce da momenti di dolore e, come una terapia, risolleva l’animo.
Nella sua nota biografica dice “Scrivere è una terapia. Scrivo per salvarmi la vita, è tutto quello che c’è da sapere su di me”. Può spiegarci meglio questa affermazione?
“Scrivo per curarmi e per mettere fuori le mie emozioni e i miei stati d’animo, quello che sento. La scrittura è una vera e propria terapia che serve per esorcizzare le paure, le ansie e tutto quello che mi fa stare male. Avendo subito da poco una perdita le mie poesie recenti sono inevitabilmente tristi, ma ce ne sono altre che trattano di stati d’animo più felici e celebrano la vita.”
La sua è una poesia personale, molte poesie sono dedicate ad una persona a lei cara. Scrive le sue poesie immaginando di potergli far arrivare in qualche modo i suoi pensieri?
“Molte delle mie poesie di questo periodo sono dedicate a mio padre e credo che gli arrivino sicuramente. Mio padre resta una presenza molto importante e nei momenti in cui penso a lui scrivo e credo che, in qualche modo, i miei pensieri gli arrivino. Anche la poesia con cui ho partecipato al concorso l’ho scritta mentre lui era in ospedale e lottava tra la vita e la morte, le altre invece quando è mancato.”
Nel componimento “La scia”, alcuni versi recitano “Il dolore non invecchia… è una musica che ogni tanto sovrasta le altre e si fa sentire.” La stesura delle sue poesie nasce nei momenti in cui il dolore sovrasta le altre emozioni?
“In genere scrivo quando sto male, sicuramente quella è la spinta principale per affrontare qualche paura o far venir fuori qualche emozione che ho dentro di me. Scrivo da quando ero adolescente, quando lessi “La coscienza di Zeno” iniziai a tenere un diario come Zeno Cosini al cui interno davo voce a tutti i miei stati d’animo. Piano piano ho iniziato poi con i racconti e altri generi letterari. Credo che la scrittura sia anche frutto di un lavoro dell’inconscio che prorompe e aiuta a far venire fuori tutte le emozioni che siamo soliti tenere nella nostra intimità.”
Nel componimento “La scia”, alcuni versi recitano “Il dolore non invecchia… è una musica che ogni tanto sovrasta le altre e si fa sentire.” La stesura delle sue poesie nasce nei momenti in cui il dolore sovrasta le altre emozioni?
“Non ci ho mai pensato, credo che la mia scrittura sia abbastanza profonda e a tratti malinconica.”