Interviste d’Autore – Elisa Germani

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

“Durante l’ultimo decennio mi sono appassionata alle biografie di grandi autori letterari, poiché, per il mio modo di percepire un’opera, soltanto conoscendo il vissuto di chi la compone si possono carpirne maggiori dettagli e sfaccettature. In particolare, hanno contribuito alla mia formazione, ammirandone lo stile e condividendone i contenuti, Giacomo Leopardi, Luigi Pirandello ed Alda Merini, che mi hanno aiutato a forgiare una visione pressoché completa della natura in senso lato e dell’indole umana.”

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

“Della raccolta Vie, è la poesia “Ho bisogno di scrivere” che mi rispecchia maggiormente in questo momento. Il mio micromondo, ovvero la componente strettamente personale, connesso al macrocosmo delle realtà che stiamo vivendo, si sovrappongono così intimamente da creare qualcosa di indivisibile, tanto inscindibile da sfociare in un unico grido, il cui fine ultimo è appunto, un disperato tentativo di far sentire la mia voce, altrimenti rimasta inascoltata.”

I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?

“Solitamente i termini che utilizzo sono quasi esclusivamente frutto dell’ispirazione del momento. Scrivendo di getto, sento la necessità di dover concludere immediatamente un pensiero, cercando di fermare e fotografare l’emozione nell’attimo in cui mi si presenta. A volte, rileggendo, apporto delle modifiche, ma solo dopo aver portato a compimento e immortalato quel che doveva uscire.”

Qual è il sentimento che la spinge a scrivere poesie? Sente che la aiuta ad affrontare meglio i sentimenti e la vita quotidiana?

“Ho iniziato a scrivere per sfogo, durante un periodo particolarmente duro. Avevo l’estrema necessità di alleggerire e far ordine sia nella mia testa che nel mio cuore. È stato come un “catalogare” le emozioni, dovevo studiarmi e capirmi, cercando il modo di vedere con più leggerezza e trasparenza dentro e fuori di me, slegando il groviglio che si era presentato, all’apparenza enorme e non districabile. Da allora non ho più smesso e la scrittura mi accompagna in modo non frequente, ma costante, in ogni cambiamento o
necessità mi si presenti.”

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