LA RICERCA DELL’ARMONIA NELLA DANZA E NELLA MUSICA DELLA POESIA, DELLA VITA E DELL’AMORE
«Ascoltare nel Silenzio l’Anima dell’altro è in assoluto la possibilità più preziosa, unica e irrinunciabile che il Tango ci offre./Il Tango è un dialogo tra Anime…come ogni Anima è unica, così ogni Tango è unico…non esistono due Anime uguali, come non esistono due Tanghi uguali…» (Gerardo Quiroz). L’artista Paolo Zoani fa parte di quella nobile “cerchia” di uomini e poeti che vedono e vivono la vita e la poesia come “armonia”. Un mondo sensuale, sessuale e allo stesso tempo spirituale che assume le forme della danza, dalla musica e dall’arte. Le diverse poesie dedicate al “Tango” sono un’importante espressione di questa concezione ed è proprio dal componimento “Tango” che si evincono i versi programmatici dell’ars poetica: «Tango rapisci i sensi come un rapace,/gioco d’incastri carnali, di torbidi passioni,/vive, attraenti, calamitanti…/Animo puro, anonimo, ribelle,/inorridisci all’esaltazione della carnalità…/l’armonia si accentra tra le note musicali e la danza…/l’intreccio di scoprire la nudità dei nostri animi,/è la nostra storia, ci siamo incontrati, lasciati, ora attratti dal passo di danza» (“Tango”). L’arte coincide con la vita. Il fine è la ricerca dell’Amore unificato di corpo e anima. La meta è l’armonia degli esseri, fisica e metafisica. Il poeta è colui che sa coglierne i vari momenti, le sfaccettature, le nuove figure…e che sa leggere, ricordare, profetare, costruire, sognare, prefigurare e soprattutto che non abbandona mai il campo, finché c’è musica (vita): «La condanna dell’ultima nota:/la parola non è finita,/l’orchestra suona,/la nostalgia avvolge i corpi./Violino della pietà,/il ritmo delle note perdute/Non distruggere l’incanto..» (“Tango N.3”). La poesia e la musica vengono da lontano…e allora Paolo può tornare indietro nel tempo e attingere dalla Storia. L’amore, la seduzione, la ricerca può assumere anche i toni romantici e cavallereschi medioevali. Risuona, allora, ripetutamente la parola “giullare” ed un linguaggio (“Giullare”, “Gabbia d’Amore”) che riecheggia i tempi dei cavalieri e delle corti e che, ancora una volta, propone una poesia e un amore danzanti nell’universo: «GIULLARE DELLA PERFIDIA,/BALLA IL CORPO./VOLGARE RICATTO,/CREI L’ESTASI CONTEMPLATIVA PER SOTTOMETTERE LA PASSIONE./PAZZIA COME RUFFIANA NELLA GABBIA DELL’AMORE,/PERDERÒ LA TESTA PER UNA ETEREA GIOVANE VENERE./CORTIGIANO NEL FIRMAMENTO DEGLI AMORI FALLITI» (“GABBIA D’AMORE”). Il poeta viaggia nel tempo, nello spazio, nei sogni, nei ricordi e soprattutto attraverso la passione di un Eros, a tratti cosmico, che altro non cerca che la Felicità. La “Giostra” diviene Il LOCUS AMOENUS classico e della tradizionale poesia d’Amore italiana. Ivi Paolo trasporta il “Chiare, Fresche e dolce acque” del Petrarca: «Girava la giostra,/con essa i nostri desideri:/la felicità è il sogno da conquistare./Girava sempre di più./Una canzone, una voce/la melodia accompagnava quegli innocenti giri./sembravano immagini di gioia./Tra le grida di finto terrore dei bimbi,/la voce, l’incanto/la poesia del momento./Rapiva lo sguardo, la ricerca della fonte./Le parole cantate portavano a te zingarella:/occhi azzurri, su una distesa di grano,/bruciata dal sole d’agosto…/Tutto questo hai sopportato zingarella./Il sogno, viverlo nella tua giostra./Gira la passione, non si ferma/nella giostra della vita» (“La Giostra”). Il lettore che si avvicinerà a questi versi si troverà di fronte ad una suprema forma d’arte, dove i confini della poesia sono valicati, sconfinando nella vita, nel sogno, nel desiderio. L’arte è anche spettacolo teatrale, danza erotica, musica della storia. Il lettore seguendo il poeta: danza, canta, ama, si ferma, cerca, sogna, brama, insegue e alla fine trova l’incanto che produce Armonia ed Amore: «IL TUO CIAO/MI HA FATTO CAVALCARE LA LUNA./PERCORREVO DISTRATTAMENTE,/LA STRADA DEI RICORDI,/IMPROVVISA./RICREATO IL PIACERE./SCIA TRACCIANTE, /ILLUMINATA DI SENSAZIONI,/DA QUEL PICCOLO MIRACOLOSO VOCABOLO./ESALTAZIONE, COME MAGIA…/ADESCATO DALL’INFINITO PIACERE./LUNA CONTRO LE STELLE,/STELLE CONTRO LA LUNA:/CONQUISTARE LO SPAZIO./NAVIGO,/ANZI GALOPPO NEL MARE DEL CIELO./NON VEDO ONDE:/INACCESSIBILI FONDALI DI LUCE,/INESPLORATI È IL MARE/DEL SENTIMENTO./VENTO DI SUSSURRATE PAROLE, ANTICA POESIA,/RIPROPONI ANCORA LA GEMMA DELLA PAROLA AMORE.» (“LUNA CONTRO LE STELLE”). Il segreto custodito nello scrigno del tempo rivela che basta una semplice “parola” pronunciata da LEI, per riaccendere nuovamente la miccia del Big Bang dei sensi e della vita. «Il tango è saper camminare abbracciati» (Carlos Gavito).