NATALINA CADAU

L’ACQUA, LA TERRA E LA DONNA…

«L’acqua si scioglie i capelli nelle cascate» (Ramon Gomez de la Serna).
Dalla acqua e dalla terra patria sarda, nasce la splendida ars pittorica dell’autrice Natalina Cadau. L’ACQUA: L’artista riprende dell’acqua alcune caratteriste uniche, adattandole alla pittura e rendendole pilastri basilari di essa: la CREATIVITÀ dell’acqua, capace di modellarsi in mutevoli ed incantevoli forme; il COLORE, capace di toccare le più incredibili varietà e variazioni dal blu al verde, fino al trasparente e allo scuro; la DINAMICITÀ, capace di passare dall’immobilità di uno stagno o di un mare piatto fino all’impetuosità di un fiume o di un oceano in tempesta; la RIFLESSIONE, capace di riflettere i colori e tutto ciò che vi si rispecchia, comprendendo in ciò anche il mondo metafisico e spirituale delle emozioni e del cielo.
«Il paradiso è sotto i nostri piedi, così come sulle nostre teste» (Henry David Thoreau).
Natalina che ha, evidentemente, contemplato ed amato la natura, integra nel suo universo pittorico anche un altro elemento fondamentale: la TERRA. Di essa coglie con stupore il miracolo dei profumi, dei colori, della vita, del dare frutto, del fare da casa per gli animali e per l’uomo, dell’essere qualcosa di vivo. Per essa l’autrice nutre un profondo e sacro rispetto. La terra è anche veicolo di ricordi, di speranza nel futuro, di respiro del presente.
«Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo» (William Shakespeare).
C’è, infine, l’ultimo tassello che completa e sublima letteralmente il “quadro” dell’ars di Natalina: la DONNA. In fondo l’acqua e la terra sono “donne”. Questa meravigliosa creatura in grado di dare vita, ispirare poeti, pittori, musicisti, fotografi…è colei che accende la luce nel buio.
Con tali premesse, tenendo a mente questi tre immensi elementi, l’osservatore/lettore può, allora, avvicinarsi alla contemplazione delle opere dell’artista.
L’opera programmatica è “LA CASCATA”: in mille splendide variazioni dal blu al verde, sgorga purissima una cascata. Essa è in un LOCUS AMOENUS, abilmente dipinto da Natalina, in cui prende vita l’arte che zampilla, come una sorgente dal cuore dell’artista. Essa culmina nel mare, simbolo di vita e del fluire dell’esistenza, alimentandolo.
L’opera “OLTRE L’UNIVERSO” è il trait d’union tra l’acqua e la donna. Un volto femminile della forma e dei colori dell’acqua contempla l’universo, che ha le sembianze di un cerchio d’acqua e cielo chiaro. Il fluire, il divenire, l’andare “oltre” varcando i confini del tempo, dello spazio e della mente è possibile grazie all’arte, alla contemplazione e al cuore. Gli occhi sono il mezzo, l’acqua la forma, la donna l’anima.
L’opera “MARE D’INVERNO” accoppiabile con “SOLITUDINE” e “PRIGIONIA” da una parte e “MARE DI SARDEGNA” associabile a “GIOVANE SPENSIERATA” dall’altra, mostrano due diversi mondi: uno chiaro, limpido e solare, uno scuro buio e tempestoso. Sono le fasi della vita e dell’esistenza. L’interno del cuore, ferito e oppresso o innamorato e raggiante. L’ombra avvolgente del “MARE D’INVERNO” è la stessa che sorge dalla terra e dall’erba, che ingloba la donna sulla panchina. L’oscurità culmina nella prigionia della donna (nuda e del colore dell’acqua) chiusa dentro una stanza cupa. Invece, il bagliore della spiaggia e del mare di “MARE DI SARDEGNA” ha la stessa “aura aurea” del campo di grano dorato di “GIOVANE SPENSIERATA”.
Il lettore/osservatore che si avvicinerà all’arte di Natalina si troverà, dunque, magnificamente trasportato all’interno di un mondo variegato dalle infinite sfumature. Natalina mostra i tormenti dell’animo e le meraviglie della natura. Il messaggio che lancia l’autrice è di speranza. Come l’acqua per vie sotterranee, impervie, a volte sconosciute e impensabili, riesce a zampillare in una cascata e in una sorgente, così l’umanità è in grado di uscire da ogni difficoltà e di superare i confini del corpo e della mente, anelando all’universo, all’eternità.
L’acqua, la terra e la donna sono le tre arterie che nell’ars di Natalina formano questa via che conduce all’Infinito…e allora il lettore può tuffarsi e lasciarsi andare!
«Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita» (Jack Kerouac).

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