Intervista d’Autore – Simona Clerico

Intervista Dantebus Mostra di Pittura

Come si è avvicinato al mondo dell’arte e quali sono stati i primi passi della sua carriera? Il disegno e la pittura hanno sempre fatto parte di me già dalla più tenera età. Con la scuola superiore (mi sono diplomata all’Istituto d’Arte A. Passoni di Torino), ho avuto la fortuna di visitare moltissime città d’arte e innumerevoli mostre di grandi pittori, dagli impressionisti agli espressionisti, dai cubisti ai futuristi… insomma esposizioni delle più importanti correnti pittoriche della storia. Quando ho iniziato a lavorare in campo grafico-pubblicitario, mi sono iscritta ad una scuola di pittura, seguita dal maestro Fulvio Lorenzelli, che mi ha insegnato la tecnica fiamminga per l’attenzione minuziosa verso tutti i dettagli delle composizioni dal vero e con oggetti in cristallo, che preparavamo e in cinque anni ho appreso molto da lui. Da lì ho incominciato a partecipare ad alcune mostre nella provincia di Torino. In seguito mi sono iscritta ad un’altra scuola, questa volta di pittura impressionista, più specificatamente di paesaggio, con il maestro Sergio Manfredi. Anche in questo caso, ho avuto la fortuna di esporre in alcune gallerie di Torino. Poi mi sono appassionata alle maschere veneziane, con tutto il loro affascinante simbolismo, che interpreto a modo mio.

Come reagisce alle interpretazioni che il pubblico dà alle sue opere? Preferisce che il significato sia aperto o ha un messaggio chiaro in mente? Ogni opera trasmette un significato, una sensazione alla persona che la guarda, che non deve per forza essere ciò che provo io e che avrei voluto comunicare. Ritengo perciò molto bello e costruttivo ascoltare i commenti, i giudizi, le critiche o una propria interpretazione a quello che io ho rappresentato. Il significato per me deve essere aperto visto che la cosa più importante è che il quadro trasmetta un’emozione allo spettatore che lo osserva.

Come gestisce il rapporto tra spontaneità e pianificazione durante il processo creativo? Nel processo creativo sono molto più spontanea che pianificatrice. Mi piace dipingere con semplicità e naturalezza, avere in testa quel che voglio riportare su tela e dipingerlo. La fantasia e l’estro, non si possono programmare. Pianifico solo la preparazione di quel che mi servirà per realizzare un’opera.

Se potesse collaborare con un artista di qualsiasi epoca, chi sceglierebbe e perché? A questa domanda risponderei… con tutti. Non si finisce mai di imparare, per cui apprenderei tantissimo da ciascun artista della storia. Dovendo proprio scegliere, mi ha sempre molto affascinata Gustav Klimt. Si colloca tra i massimi artefici dell’Art Nouveau e, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, si colloca in tutti i campi del mondo dell’arte. Dall’Art Nouveau, al Simbolismo fino all’Arte Moderna. Soprattutto, amo il suo stile raffinato, elegante, moderno e fantasioso. Fu un ottimo ritrattista di figure femminili che rappresentava con grazia ed eleganza che parevano lavori di orafi, per via dell’uso dell’oro che impiegava nei suoi quadri. Vorrei poter emozionare chi guarda i miei quadri, anche solo un millesimo di quanto mi emozionano i suoi.

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