Interviste d’Artista – Alessandro Pezzali

In che modo ha selezionato la fotografia da esporre? Quale valore ha per lei e cosa desidera trasmettere agli spettatori attraverso questo scatto?

“La fotografia Ikonica trova spazio nel Palazzo Portinari Salviati di Firenze, all’interno della galleria d’arte Dantebus. Questo palazzo, legato alla famiglia Portinari, di cui Beatrice è un’icona, riveste un’importanza fondamentale per la città. L’esposizione dell’opera qui non solo mette in relazione l’arte contemporanea con la storia e la cultura fiorentina, ma ne valorizza anche il legame intrinseco. La solitudine dell’albero nel paesaggio desertico e le dune che si ergono come sfide sono metafore potenti, che richiamano alla mente il viaggio interiore di Dante (attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso). È un invito per gli osservatori a confrontarsi con le proprie esperienze di solitudine e di difficoltà, ma anche a scoprire la bellezza e l’opportunità che si nascondono in esse. Di fatto inizialmente il titolo dell’opera era ikonica: With Your back to the Pillars of Hercules.”

Come realizza i suoi scatti? Sono frutto dell’ispirazione del momento oppure tende a ricercare situazioni e luoghi in cui poter realizzare lo scatto perfetto?

“I miei scatti sono una combinazione di entrambi gli approcci. La Fotografia è Arte. Un viaggio dove l’Istante è il Quadro perfetto. Questo principio guida ogni mio scatto portando a una riflessione sul Tempo. Rifletto su come noi non solo viviamo nel tempo, ma lo influenziamo attivamente, attribuendo significato e valore ai momenti catturati attraverso le fotografie. L’uomo non è semplicemente nel tempo, ma come ha detto Heidegger, è la creatura che temporalizza il tempo.”

Quando si è avvicinato alla fotografia? Ha sempre scattato in digitale o anche in analogico? Nel corso degli anni ha seguito dei corsi per studiare nuove tecniche?

“La fotografia mi appassiona fin da ragazzo. A 14 anni uscivo già di casa con macchina fotografica analogica alla mano, cercando di fermare il Tempo con uno clic. Non ho mai seguito corsi professionali, leggo e applico le tecniche aggiornandomi da più manuali di fotografia e libri d’arte. Mi rendo conto dell’ignoranza in me e forse è anche questo che mi spinge sempre a trovare una strada per imparare a imparare provando nuove tecniche, nuovi materiali, nuovi modi di fotografare inseguendo Kronos, il mio nemico Tempo.”

Qual è il suo genere fotografico preferito? Still life, street photography, reportage, naturalistica, ritrattistica…

“Ogni volta che fotografo, mi impegno a esplorare il concetto del Tempo in modo trasversale, coinvolgendo diversi generi fotografici e suscitando una riflessione più ampia sulla sua natura e sulla nostra relazione con esso.”

È solito post produrre i suoi scatti oppure preferisce lasciarli fedeli all’originale?

“Parto sempre da un file raw, poi da quel momento entro e sviluppo come se fossi in una camera oscura. Post produrre la fotografia può essere più o meno necessario in base all’opera che voglio mettere sul palco. Abbiamo tutti una maschera.”

ikonica

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