Tra ieri e oggi… – Elena Ponzi parla di “Disperdo Semi”

Da dove nasce l’intenzione di pubblicare una sua personale raccolta di testi?
In passato dipingevo e volevo intitolare ogni quadro con una breve poesia. Una breve poesia per ogni quadro! Questo è stato il vero input per continuare a scrivere anche quando gli attacchi di tipo asmatico non mi hanno più permesso di dipingere. Cosicché, avendo una discreta raccolta mio marito, mi suggerì di considerane la pubblicazione.

In che modo ha selezionato i testi da pubblicare? Sono testi scritti con l’intenzione di far parte di un’unica pubblicazione oppure li ha selezionati successivamente tra tutta la sua produzione letteraria?

Una vera selezione dei testi non c’è stata. Alcuni testi li ho scritti molto tempo fa. Mi piace vedere come le nuove poesie si scontrano, a volte, sulla sottile similitudine dell’inconsapevolezza di ieri e la consapevolezza di oggi. La sensibilità è un fenomeno straordinario, muove ciò che sembra statico e, quando si tramuta in un divertente zampillio di versi, mi piace.

Qual è il messaggio che desidera lanciare ai lettori tramite il suo libro?

La parola simbolica della poesia giunge a chi ascolta senza essere indiscreta e permane.

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?
Studiare Giacomo Leopardi, alle scuole medie, mi spinse a scrivere i primi versi in un compito in classe.
Leggo di tanti autori, passo da Saffo a Carmelo Bene o da Gianni Rodari a Pier Paolo Pasolini e più sono dissimili più ne subisco il fascino. Scrivo quando collido con quello che leggo ed è lo stato d’animo del momento che mi guida verso uno stile o l’altro.

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua scrittura? Può farci un esempio citando uno dei testi in cui emerge questo aspetto?

Tutto lascia traccia oltre la vita privata! La formazione scientifica, oltremodo, immerge nei fenomeni dell’esistenza e ne acuisce l’esperienza. L’apertura spirituale o anche in conflitto risente dell’educazione religiosa avuta fino all’adolescenza. Mi occupo di educazione alimentare e di prevenzione delle malattie del nostro tempo. Nel titolo della silloge Disperdo semi e nei versi del testo, è descritta la mia vera indole ed è sotteso anche l’atto di insegnare e accompagnare chi, a me, si affida.

Riesce ad immaginare la sua vita senza la scrittura?

No! Ora non più. Conservo una serenità interiore che non ho assolutamente voglia di perdere che permane anche quando vengo interrotta improvvisamente. È come avere un bell’appuntamento senza avere bisogno di orologio.

I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?

La ricerca delle parole è indispensabile, poiché, la poesia esige forma e armonia. L’ispirazione esce dall’intimo correndo e, per non perderla, mi affretto a scriverla con parole semplici o disordinate. Un testo riletto, in un secondo momento, può rinviare a ripensamenti fino a quando non trova una soddisfacente forma e armonia.

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

Significativa, al momento, è la poesia: “Un distacco inaspettato”. Rappresenta il sogno, un banale desiderio che si è trasformato in esigenza, in speranza. Anche il gatto è un sogno! È l’animale che ben rappresenta l’equilibrato distacco dalle cose. Stare lontano dai rumori della strada e della vita che, da qualche anno, si è ribaltata ed è diventata tutta un’altra cosa.

Premi invio per cercare o ESC per uscire