Interviste d’Artista – Matteo Olivari

In che modo ha selezionato la fotografia da esporre? Quale valore ha per lei e cosa desidera trasmettere agli spettatori attraverso questo scatto?

“Stavo cercando nuove idee. Son sempre stato più improntato a fotografare paesaggi anziché persone, anche se ho sempre pensato che ritraendo soggetti si possa trasmettere di più. Il dolore, l’amore, la solitudine, rappresentare tutti questi sentimenti e tutti i pensieri che ogni essere umano ha. E quindi mi sono lasciato ispirare da alcuni fatti di cronaca e da una canzone che ho iniziato ad ascoltare proprio nello stesso periodo. E siccome volevo portare un qualcosa di importante, che avesse un significato, un tema ancora attuale ho buttato giù qualche idea e niente, questo è quanto. Lo reputo un argomento molto importante, come possono essere il razzismo, il bullismo e altri fenomeni che si verificano nel mondo e con questo spero di riuscire a ‘toccare’, almeno un minimo, lo spettatore.”

Come realizza i suoi scatti? Sono frutto dell’ispirazione del momento oppure tende a ricercare situazioni e luoghi in cui poter realizzare lo scatto perfetto?

“Principalmente è ispirazione del momento. A volte, come anche in questo caso, essendo un appassionato di musica e di cinema prendo spunto da essi. O comunque sia cerco sempre di mantenere un legame tra foto e musica o cinema appunto.”

Quando si è avvicinato alla fotografia? Ha sempre scattato in digitale o anche in analogico? Nel corso degli anni ha seguito dei corsi per studiare nuove tecniche?

“Ho iniziato a scattare da subito in digitale. La passione per la fotografia ce l’ho da anni, ma prima mi limitavo a fare foto con il telefono. Un anno e mezzo fa poi ho deciso di comprare la mia prima macchina fotografica e da lì ogni volta che esco di casa me la porto sempre con me. Ho fatto qualche corso base di fotografia, ora mi sto dedicando allo studio teorico attraverso manuali oltre che alla pratica.”

Qual è il suo genere fotografico preferito? Still life, street photography, reportage, naturalistica, ritrattistica…

“Ho principalmente sempre fatto paesaggistica, ma dovessi scegliere la street photography e la fotografia sportiva credo siano le mie preferite.”

È solito post produrre i suoi scatti oppure preferisce lasciarli fedeli all’originale?

“Solitamente le post produco, senza esagerare. Non voglio e non mi piace nemmeno renderle troppo ‘finte’. Però mi piace migliorarle ulteriormente e aggiungerle significato con la post produzione. “

Brutto sogno

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