È un’artista poliedrica: pittrice, fotografa e poetessa. Quale tra queste arti predilige e perchè?
“In realtà, pur essendo da sempre un’appassionata della pittura e dell’arte figurata in ogni sua forma, non mi definirei una pittrice. Fin da bambina c’era in me un forte desiderio di esprimere la mia interiorità attraverso una forma d’arte. Ho sempre avuto una predilezione per il disegno a matita ma avrei voluto imparare a dipingere e intraprendere un percorso di studi in tal senso. Ho anche studiato musica per un breve periodo e credo se avessi continuato, sarebbe stata probabilmente la forma espressiva più vicina alla mia anima. La fotografia e la poesia sono due passioni che ho scoperto da poco. Credo che nella fotografia prenda forma quel desiderio di catturare gli istanti, i dettagli, i colori dell’esistenza come in un quadro impressionista. La poesia traduce in versi e parole il mio amore per la vita, sentimenti più profondi della mia anima rimasti inespressi in un lungo silenzio.”
È una docente di Lettere. Crede di essere riuscita nel difficile obiettivo di far avvicinare i ragazzi alla poesia, considerata, ormai, retaggio di tempi lontani?
“Il ruolo privilegiato di docente di Lettere mi ha permesso di osare negli anni e di cercare di far cogliere la bellezza della poesia ai ragazzi. Tutte le volte è stata una grande sorpresa e allo stesso tempo una gioia immensa, l’aver ricevuto la risposta entusiasta dei ragazzi che, non solo hanno mostrato una grande sensibilità nel cogliere e accogliere la poesia, ma si sono anche trasformati in protagonisti attivi nel creare, a loro volta, poesie in un percorso personale di ricerca. Credo che oggi la poesia debba essere rivalutata, perché meglio di qualunque altro genere, implica una ricerca accurata delle parole e un’attenta selezione. In una società dove spesso le parole si svuotano del loro significato più intrinseco e profondo, imparare a scegliere bene le parole, credo sia una grande lezione di vita!”
Nel componimento “Oh Luna!” ci sono evidenti richiami alla poetica leopardiana. Quali sono i poeti che preferisce? E quanta influenza hanno, o hanno avuto, sulla sua scrittura poetica?
“Sicuramente i poeti ermetici hanno avuto lasciato una grande impronta nel mio percorso formativo e professionale. La loro capacità di cogliere attimi fugaci dell’esistenza, trasferendo in versi brevi sentimenti profondi come pennellate veloci e accennate in un quadro impressionista, ha sempre suscitato in me un grande fascino. Leopardi è stato per me una rivelazione e una folgorazione più da docente che da studentessa, forse perché adesso ne colgo meglio la profondità e l’essenza, oltre che un’incessante ricerca del bello e della verità.”
Nel testo “Tra il riso e il pianto” alcuni versi recitano: “Luci e ombre/attraversavano i giorni miei/tra il riso e il pianto.” In questi giorni, che ruolo ha avuto la poesia nella sua vita?
“Tra il riso e il pianto penso che sia la poesia che più traduca lo stato d’animo degli ultimi due anni e di questi giorni. Abbiamo raccolto lacrime e accolto sorrisi che sono stati raggi di luce in giornate cupe e difficili. Mai come in questo tempo i giorni scorrono tra il riso e il pianto. Tra luci e ombre la poesia è la ricerca di ogni frammento di bellezza presente nell’esistenza e nel creato. L’arte rappresenta per me il ponte verso l’eternità in continua contemplazione del creato e di Dio.”