Da dove nasce l’idea di questa sua nuova monografia, “Il colore dei giorni”?
“Provengo dall’ormai tramontato mondo contadino dove tutto era scandito dall’almanacco della natura che, pittrice prodiga, colorava la danza delle stagioni – così ogni dì – di tinte sempre nuove, donando nel contempo una accentuata sensibilità verso il Creato e al rigoglio della vita che tutto abbracciava.”
Sia il titolo che la grafica della sua monografia rimandano a sentimenti positivi, tuttavia, nei suoi testi, è possibile scorgere anche giorni e momenti “scuri”? In quale poesia ad esempio? Vuole citarne un verso per dare ai lettori una chiave di lettura del suo modo di affrontare anche le note cupe della vita?
“Ma come succede, nulla è per sempre, e ad altri scenari la vita ci chiama e questo sradicamento dalle origini può essere il motivo dei nostalgici e crepuscolari ricordi scritti di quel perduto idilliaco mondo agreste come espresso nella poesia “Confusione” a pagina 35:
“Dove sono i legami di un tempo che univano le comunità in un unico respiro? Nulla è rimasto se non sguardi avviliti che osservano sgomenti il via vai continuo di volti inespressivi, segnale inquietante di una società liquida, spersonalizzata, che della nostra storia nessuna eredità raccoglie; cinica ed egoista, si limita a goderne i frutti.”
Ancora “Il Passato” a pag. 65:
“Lasciami restare fra queste mura, segnate dal tempo, come le rughe su di un volto ormai incolore, mentre lo sguardo rivede il passato che alla sera ritorna sulle sue ombre non ancora scomparse.”
Poi “Silenzi” a pag. 75:
“Silenzio di un nido vuoto, di un fuoco che si spegne, di un cuore che non batte nel buio che spaventa, silenzio di un foglio bianco, silenzio del reale, ignorato, senza eco”.
Similitudini, descrizioni, atmosfere… la natura ha un ruolo importante nella sua poetica. In che modo le ambientazioni naturali influenzano la sua arte e perché le sono così d’ispirazione? “Il colore dei giorni” sembra seguire una ciclicità temporale, nei giorni, mesi e stagioni. Lo scorrere del tempo è un’idea che la impaurisce o magari la ispira, la rende nostalgica… ci spieghi quali sentimenti le muove.
“Comunque sia, l’attaccamento alla terra, alle tradizioni, alla voce dei nonni, alle campane a festa, agli animali – i fedeli aiutanti del lavoro dei campi – agli alberi, alle messi, alle viti, alle rondini, alla vita quella vera che frenetica pulsava, al senso del dovere e della responsabilità che coinvolgeva anche i piccoli, fanno parte di me stessa nonostante il rassegnato e sofferto trasferimento della famiglia in città, i successivi studi in discipline economiche e al lavoro svolto per tanti anni in tutt’altri ambienti.”