Interviste d’Autore – Lina Ventura

Nella sua nota, che precede la sua opera, racconta al lettore come la scrittura sia nata per lei come una valvola di sfogo per esprimere tutto ciò che non riusciva. È ancora oggi così o il suo rapporto con la scrittura è cambiato nel tempo?

“All’inizio scrivere racconti era come una valvola di sfogo che mi permetteva di poter esprimere ciò che non riuscivo a fare oralmente. Col tempo il mio rapporto con la scrittura è cambiato perché mi ha consentito di comunicare quello che avevo interiorizzato nel mio percorso professionale di insegnante, con l’intenzione di far riflettere il lettore sulle diverse strategie da attuare per affrontare le complicazioni e
le difficoltà della vita. Il modo migliore è quello di vivere apprezzando le cose belle , sognando ad occhi aperti, ma soprattutto mantenendo in vita quel bambino che è in noi.”

Definisce questa monografia come il risultato di un percorso professionale ed educativo. Quanto le sue storie sono ispirate a fatti reali che ha avuto modo di vedere in prima persona? E in tal caso come si sono trasformati, poi, in racconti?

“Sicuramente questa monografia è il risultato di un percorso professionale, dove ogni giorno il contatto con i bambini ha permesso di conservare quella semplicità, ingenuità e freschezza propria di quella fascia d’età. Inoltre vivere insieme ai bambini, quotidianamente, ogni situazione mi ha consentito di riflettere spesso sulle diverse modalità che ciascuna persona sceglie per risolvere un problema. Allora l’idea di mettere per iscritto un vissuto mi è stata resa facile dal fatto di averla vissuto direttamente in prima persona.”

Ha mai pensato di sperimentare e lasciare da parte la prosa?

“Sì, a volte ho pensato di scrivere delle poesie e ho provato anche a farlo, ma preferisco la prosa perché è più immediata.”

Uscendo dal libro, ma ricollegandoci a una tematica che lo percorre costantemente: quanto hanno da imparare gli adulti dai bambini e viceversa?

“Gli adulti hanno molto da imparare dai bambini, in modo particolare dalla loro
spontaneità, lontana da pregiudizi e cattivi pensieri.”

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