Se la sua arte è un viaggio, come in Guardando l’infinito e Verso nuovi orizzonti,
dove direbbe che la sta portando e chi osserva che ruolo ha?
I volti femminili da lei raffigurati nei suoi dipinti sono ispirati a qualche figura in
particolare?
Il mio intento è quello di evidenziare le sensazioni, i sentimenti derivati da stati d’animo diversi. Il tutto proviene dal bisogno, mio personale, di esprimere ciò che mi colpisce in quel momento. Per questo posso dire che i miei lavori non sono ne potrebbero essere fatti su ordinazione o copiando da disegni. Lei è presentata sempre in un contesto di positività (la natura è spesso rigogliosa) che la incita a reagire e mai ad abbattersi.
Quanto la sua formazione e il suo mestiere hanno influito nella sua produzione
artistica?
È indubbio che i miei studi artistici e il mio lavoro di docente di Storia dell’Arte abbiano avuto un ruolo importante nella realizzazione dei miei lavori, ma credo che la voglia di esprimermi e il bisogno che ho di far venir fuori ciò che ho dentro abbiano un ruolo fondamentale. Cerco di esprimere sensazioni e quindi non mi limito a rappresentare la natura che ho davanti, perciò miro a deformare, trasformare. In me avviene un processo di analisi, studio e espressione intima del mio essere.
Quanto è importante la tecnica e quanto l’ispirazione, la parte più emozionale nel
processo creativo?
Parto sempre dall’ispirazione per poi decidere come agire, con quale tecnica elaborare i miei pensieri e le mie sensazioni, quindi nel processo creativo ha un ruolo fondamentale l’idea che ho dentro. La tecnica può variare e/o può essere integrata da diverse espressioni artistiche.