Interviste d’Autore – Daniela Tamburello

Nella sua nota biografica descrive la sua pittura come “astratta con la quale crea composizioni sciolte e libere”. Crede che l’artista più che veicolare un messaggio preciso debba invece lasciare che sia unicamente lo spettatore ad interpretare l’opera?

“L’arte in ogni suo aspetto ha la capacità di farci soffermare su ciò che sfugge all’ordinario: un particolare ricco di bellezza, una meraviglia nascosta dalla frenesia dei giorni, le piccole cose che, poi, di fatto sono le più grandi. Ci fa riflettere e riporta in vita la bellezza che ancora ci circonda per tentare di costruire un mondo più umano, più attento, più docile. Questo per me è uno dei tanti pregi e valori dell’arte, e credo che ogni artista necessariamente veicola o debba veicolare un messaggio specifico nella sua opera. Penso che sia altrettanto bello però che l’opera parli da sé, nella libertà che contraddistingue il mondo artistico e nelle varie sfaccettature che il messaggio dell’opera può contenere; e lasciare così allo spettatore il suo spazio di interpretazione e di visione. Personalmente per me, è meraviglioso ascoltare le varie e diverse emozioni/interpretazioni che l’opera suscita.”

Tutte le opere presentate sono realizzate con una tecnica mista. Quanta sperimentazione ha richiesto arrivare ad utilizzare una tecnica che fosse adatta alle sue esigenze pittoriche?

“La tecnica mista utilizzata nelle mie tele ha richiesto poca sperimentazione, è stato come un fluire e riversarsi sulla tela di elementi che in modo naturale seguivano l’espressione dell’anima, come se da sempre aspettavano di essere assemblati e incastonati in paesaggi e messaggi interiori. Inizialmente attraverso il figurativo ho dato più tempo e spazio a messaggi interiori, veicolati attraverso il simbolo della farfalla, foriero di positività, bellezza e libertà. Soprattutto nel triste periodo della pandemia che abbiamo vissuto dove tutto sembrava essersi fermato e bloccato, ho sentito forte l’esigenza di ripartire dal bello e dalle cose che contano, nonché dal bisogno che la bellezza diventi inarrestabile nel suo messaggio veicolatore di vita. Da sempre sono stata attratta da ciò che è fuori dagli schemi, alla ricerca delle varie forme che possano esprimere la “bellezza” in modo adeguato ; nei colori e nei diversi materiali che utilizzo, trovo in modo naturale la possibilità di rappresentare le mutevoli forme dell’anima nella libertà che le contraddistingue. Dopo l’iniziale figurativo, così, è emerso in modo spontaneo uno stile diverso, astratto, che si riversa sulla tela davvero come un magma incandescente di emozioni e percezioni che nascono dal profondo di consapevolezze ed esperienze.”

Quali sono i pittori che più influenzano o hanno influenzato la sua ricerca artistica?

“Sicuramente i pittori che hanno influenzato di più la mia ricerca artistica e pittorica sono stati Klimt e Van Gogh, nella ricchezza e particolarità della loro tecnica e dei loro messaggi.”

Le cinque opere presentate sono un omaggio alla sua terra, la Sicilia. Quanto sono importanti per lei le proprie origini e quanto di queste radici traspare nei suoi altri dipinti?

“La Sicilia è una terra piena di contraddizioni e bellezze che si esprimono negli ossimori che caratterizzano le mie tele: ghiaccio e fuoco, freddo e caldo, tempesta e calma, morbidezza e vigore. Penso che nelle cinque opere presentate, ed anche in altre opere, tutto questo traspare attraverso tratti e volumi che vogliono rendere il paesaggio quasi tangibile, a volte è mare e cielo in tempesta, a volte sono i colori calmi e pacati nel riflesso del sole e dei giochi di luce sui versanti della montagna ripresa in vari momenti della giornata. Indubbiamente da tutto questo traspaiono le origini della mia terra, per me importanti, di cui mi piace utilizzare ove possibile anche la stessa materia lavica, la sabbia vulcanica che cade dalle eruzioni e portata dal vento arriva alle città che si trovano alle pendici dell’Etna. Penso che tutto questo sia magico e faccia parlare la stessa tela; mi auguro che arrivi ad uno spettatore attento ai dettagli e al particolare. Come già accennato, mi piace coinvolgere lo spettatore nelle emozioni tipiche della mia terra di Sicilia e nell’unicità di paesaggi che la natura crea, mi piace fermare l’immagine che ho davanti agli occhi o al cuore in un fotogramma senza tempo, pieno di colori e di vita, nella vivacità e nell’abbondanza che contraddistingue noi siciliani. Per finire, a tal proposito, mi piace lasciare la frase di Goethe che descrive il suo viaggio in Sicilia e ne descrive il fascino: “𝐿’𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎, 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑙𝑎 𝑆𝑖𝑐𝑖𝑙𝑖𝑎, 𝑛𝑜𝑛 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑝𝑖𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑒 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑎. 𝐸’ 𝑖𝑛 𝑆𝑖𝑐𝑖𝑙𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑙𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑣𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜. […] 𝐿𝑎 𝑝𝑢𝑟𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜𝑟𝑛𝑖, 𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑏𝑖𝑑𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑎, 𝑙𝑎 𝑐𝑒𝑑𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒 𝑠𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑡𝑖𝑛𝑡𝑒, 𝑙’𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎’ 𝑎𝑟𝑚𝑜𝑛𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑐𝑜𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎. […] 𝐶ℎ𝑖 𝑙𝑖 ℎ𝑎 𝑣𝑖𝑠𝑡𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎, 𝑙𝑖 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑒𝑑𝑒𝑟𝑎’ 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎.”

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