Interviste d’Autore – Giorgia Esposito

Come si è avvicinata alla scrittura e, in particolare, alla poesia? Quale funzione le attribuisce e perché?

“Da che ho memoria ho sempre amato fantasticare e inventare storie; anche se capitava di recarmi in un luogo abbandonato, subito scattava qualcosa in me e tutto ciò che mi “frullava” per la testa lo dovevo scrivere. Ma non solo! La scrittura per me è sempre stata una valvola di sfogo ed uno strumento per esprimere quello che ho dentro, e che a voce non saprei come fare o non ne avrei il coraggio. In particolar modo appunto la poesia, è il mio vero specchio dell’anima nel quale rifletto i miei pensieri o miei stati d’animo. È iniziato tutto per gioco quando frequentavo la quinta elementare; ero quindi poco più che una bambina quando composi la mia prima poesia, dedicandola a mia madre. Ma più che una poesia, la considero come un testo con qualcosa di poetico; così come gli altri componimenti a venire, fino al giorno in cui svegliandomi mi sono resa conto di esser diventata una donna. E con me, improvvisamente, è maturato il mio modo di scrivere trasformandosi in vera e propria poesia. È un dono che ho sempre reputato un’àncora di salvezza.”

Nelle sue poesie si riscontrano molte ambientazioni naturali, rimandi alle stagioni e ad atmosfere serene… La natura è una sua fonte di ispirazione? In che rapporto è con quest’ultima?

“Molto spesso la natura è fonte d’ispirazione per i miei componimenti, anche se la vera “Musa ispiratrice” è l’Amore nelle sue infinite sfumature (l’amore per mia madre, per mia sorella, l’amore che si prova per gli amici, l’amore romantico, quello passionale…) Non a caso, infatti, quando per l’esame di maturità in classe affrontai la simulazione d’esame, scrivendo un saggio breve sull’amore, scelsi come titolo “I mille volti di Eros”; perché ogni giorno della mia vita ho a che fare con un volto diverso dell’amore. Tornando al
rapporto che ho con la natura, non è facile da spiegare senza andare incontro a pregiudizi o commenti negativi; ma non ho mai nascosto chi sono realmente. Ovvero una ragazza che segue un percorso neo pagano (non lo chiamo religione perché non mi identifico in nessuna di esse, ma prendo tutto ciò che è “giusto” e risuona in me) per i pagani/neo-pagani la natura è una divinità, una compagna, una sorella, una confidente. Perciò ho un rapporto di stretta connessione.”

Ci piacerebbe che lei commentasse la sua poesia dal titolo “Cercandoti” dando al lettore la chiave giusta per comprenderla.

“Credo fortemente che esistano delle anime legate profondamente tra loro, che si appartengono fin dalla notte dei tempi e che sono destinate a rincontrarsi prima o poi. Quando si parla di Vero Amore, io lo interpreto così: anime che si reincarnano e che si ritroveranno. Molto più profondo delle anime gemelle, delle quali siamo abituati sentir parlare, poiché le anime gemelle le possiamo ritrovare anche nei parenti o negli amici. La poesia “Cercandoti” narra la ricerca della propria controparte animica, una ricerca che si protrae nello spazio e nel tempo e si pongono delle domande con la speranza di avere risposta; ma è una ricerca lunga, a volte anche dolorosa, perché forse chi cerchiamo non è pronto a tutto ciò; e la nostalgia di ciò che è stato, e potrebbe esser ancora fa male dentro; brucia sulla pelle al ricordo di un antico contatto. La speranza però, come si suol dire, è l’ultima a morire. A volte ciò che sogniamo, arriva dopo un brutto periodo. E così come un passero che muove i primi passi quando sta giungendo la primavera, anche noi ci sentiamo rinascere e troviamo quel che stavamo cercando: un amore che ci coinvolge totalmente, poiché parte di noi.”

Se dovesse descrivere in un solo termine la sua poetica quale utilizzerebbe?

Cronaca Sentimentale credo che sia la descrizione perfetta per la mia poetica poiché è
come se narrassi di episodi quotidiani o comunque di vita, dando maggior rilevanza ai
sentimenti che prevalgono in ogni occasione.”

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