Interviste d’Autore – Cecilia Quattrer

Il titolo della sua monografia “Inizio da me” lascia pensare ad una rinascita, ad una nuova primavera che sboccia anche graficamente nella copertina del libro. Si tratta di una sua rinascita personale e artistica?

“Sì è vero, si tratta proprio di questo. Una rinascita interiore che è partita da lontano, dal profondo: ora mi guardo allo specchio e ciò che appare mi piace immensamente, mi sento diversa . Di conseguenza anche le cose che mi circondano, le vedo sotto un’altra luce e prospettiva. Artisticamente parlando scorgo nuovi orizzonti che porteranno altrettante importanti e fresche emozioni, principalmente per me. Devo confessarvi una cosa… quando rileggo le poesie composte nel tempo, il cuore si entusiasma ancora come fosse la prima volta che le scrivo! Posso sembrare vanitosa ma non lo sono, anzi tutt’altro. Ritengo che
riuscire ad emozionarsi ancora oggi sia una buona cosa, una seconda “chance” per la persona, intesa come essere umano.”

“L’essenza non è solo profumo di lavanda, sono io, sei tu, senza maschera alcuna, anime senza veli, immagini forti ma reali.” Nelle sue poesie si leggono versi che riportano all’essenza e alla sostanza e remano contro un modo che naufraga nell’apparenza e nell’avere… Come si può riuscire a vivere un
mondo “senza maschera alcuna”?”

“Bella domanda! Vivere senza maschera non è facile ma non impossibile. Certo bisogna essere sinceri prima di tutto con sé stessi, guardarsi dentro, spogliarsi di ogni sorta di ambiguità, vincere quella paura di essere giudicati per quello che appari e non per quello che realmente sei, avere l’umiltà di ammettere i propri errori. Dire la verità fa male sia da una parte che dall’altra, ma reputo che sia più doloroso raccontare una falsità, perché ne risentirebbe il tuo animo, non solo la coscienza. La verità è una sola, di menzogne… fin troppe. Oggi viviamo in un mondo di sola apparenza, non esistono più valori umani, ci si scontra spesso con la superficialità dei sentimenti, tutto viene spiattellato in rete, senza preoccuparsi delle conseguenze. Trovo ingiusto e puerile continuare a “incolpare” solamente la generazione attuale per come si pone nella società: sono i genitori, i primi a dover educare i figli al rispetto delle persone, alle regole e soprattutto ad essere responsabili e coerenti. Per farla in breve: alle parole dette, devono seguire le azioni e ci si deve assumere le proprie responsabilità. Non è ammissibile avere due facce! Ecco perché continuo ad insistere che i giovani hanno bisogno di esempi ,di dialogo, di adulti pronti all’ascolto, parlando loro a cuore aperto.”

Tante emozioni si leggono tra i versi della sua monografia, tra questi la paura, che si nasconde spesso tra i pensieri. Come ha influito nella sua vita artistica e personale? È riuscita ad abbatterla?

“La paura è un’ emozione che nasce con noi e ci accompagna per tutta la vita, una preziosa “amica” che ti protegge dal pericolo, guai esserne privi, ma è importante non farsi sopraffare da essa. Personalmente ho ancora qualche paura, ma è un bene, altrimenti non sarei quella che sono!”

Quali sono i suoi progetti futuri per la scrittura? Ha mai pensato di cambiare genere e provare a scrivere in prosa?

“Dopo la monografia ho scritto un testo per una canzone, sto aspettando l’armonizzazione… vedremo cosa succederà. Ora prenderò qualche mese di pausa, ho bisogno di rilassare la mente. Per quanto riguarda la prosa, sinceramente, non ho mai pensato a questo genere di scrittura, ma non lo escludo a priori. Chissà il futuro cosa mi riserva!”

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