Il titolo della sua fotografia, “Istanti”, è anche la sintesi della sua missione come fotografo, come scrive anche nella sua biografia “la fotografia è il mezzo per fermare attimi di vita […]”. Dunque, quali sono i soggetti che predilige per catturare questi attimi?
“Il soggetto per antonomasia dei miei scatti è il paesaggio. Sono affascinato soprattutto dal mare nei due momenti di maggior espressione della luce: alba e tramonto. Sono scene che durano solitamente attimi perché la luce cambia di continuo. Cerco di riprendere la scena il più fedelmente possibile minimizzando l’uso della post produzione. Se questi paesaggi contengono l’elemento umano, come nel caso di “istanti” la mia attenzione si focalizza sul soggetto che però diventa parte stessa del personaggio. Quando ne ho l’opportunità mi piace cimentarmi anche con la street photography.”
Come è iniziata la sua passione per la fotografia e, soprattutto, in che modo è cambiata nel corso del tempo?
“È una passione che ho sempre avuto, sin dai tempi del Liceo. Non appena ne avevo l’opportunità mi dilettavo con le fotografie. La fotografia è diventata poi parte integrante del mio lavoro dal momento che mi occupo di perizie assicurative e fotografare i danni è una delle attività di questa professione. Proprio come antitesi, come rimedio alla bruttura che vedo quotidianamente mi sono dedicato alla ripresa del paesaggio e, più in generale, del bello. L’avvento delle fotocamere mirrorless, con ingombri ridotti senza perdita di qualità, mi ha permesso negli ultimi anni di poter portare la macchina fotografica sempre con me.”
Oltre ad essere un appassionato di fotografia è anche uno scrittore. Trova che queste due forme d’arte siano in qualche modo complementari l’una rispetto all’altra?
“Sono assolutamente complementari. Molto spesso i miei racconti nascono da un dettaglio che ho colto in uno scatto. Quando realizzo uno scatto e in quella foto c’è l’elemento umano mi proietto sulla figura. Provo a immaginarne il profilo, ne delineo – inventandolo – il suo ruolo nel mondo. Così nasce una storia, così nasce un racconto. Il legame tra la fotografia e la scrittura è saldo e inscindibile. Non potrebbe esserci la seconda senza la prima.”
Qual è la sua ambizione più grande in ambito artistico?
“Cerco sempre di spostare l’asticella un po’ più in alto. Mi pongo un obiettivo, lavoro per raggiungerlo e subito dopo cerco di migliorare. Ora vorrei realizzare un nuovo progetto che possa unire ancora una volta le mie passioni. Quindi un libro che abbia di nuovo una mia foto in copertina. È già successo con AmoreAmaro (Secop edizioni) che ha in copertina “Istanti”. Sto lavorando per replicare questo connubio che così tante soddisfazioni mi ha dato. Ma questa volta vorrei che il libro venga tradotto e possa navigare anche all’estero. Le mie foto sono arrivate a Tokyo questa estate in una mostra collettiva. Chissà che il prossimo libro non approdi in qualche fiera internazionale.”