Interviste d’Autore – Rosamaria Manca

Iniziamo dalla definizione che lei stessa dà della sua raccolta poetica “figlia della verità e amica dell’immortalità”. Come è arrivata a definire in modo così preciso la sua poetica?

“I miei pensieri sono frutto di ciò che vivo, e poi le mie parole, nascono dalla forte esigenza di far venir fuori quella che è la realtà che si cela oltre il mio corpo, di conseguenza le parole che costituiscono i miei testi poetici sono “figlie della verità” poiché intrise di un’intima verità, cioè la mia, alla quale molti lettori si rispecchiano, condividendola, e riconoscendola come autentica. Le definisco ”amiche dell’immortalità” poiché tramite l’alto mezzo della scrittura queste possono vivere per sempre ed essere condivise in un tempo illimitato.”

Nel testo “Il desiderio del travaglio” descrive la nascita delle sue poesie come un processo molto doloroso. Questo dolore, per lei, è anche motivo di liberazione emotiva?

“La scrittura per me è ed è sempre stata fondamentale per portare alla luce macigni che tramite altro mezzo difficilmente avrei potuto demolire. Scrivere per me è un vero e proprio processo catartico, liberatorio e purificatore per la mia anima.”

La raccolta poetica contenuta nella collana “Vie” è frutto di un periodo particolare della sua vita o sono componimenti scritti in vari momenti della sua esistenza?

“La scrittura per me non va imposta, nel senso che non ho mai scritto precedentemente con l’obiettivo di elaborare testi destinati per un’unica collana poetica, di conseguenza no, non ho scritto i componimenti tutti nello stesso periodo. La poesia per me è un dono e come tale, attendo che questa mi cerchi, e che si serva di me tramite la scrittura per essere realizzata.”

“Non riesco a far tacere le parole che nella mia testa si susseguono incessantemente” è un verso del testo “Parole altezzose”. Dunque, come nascono le sue poesie? Le sovvengono all’improvviso e le mette per iscritto oppure tende a revisionare la forma (lessico, sintassi etc…)?

“I miei testi sono stati attraversati da diverse fasi della mia vita, ho sempre scritto, e la mia tipologia di scrittura così come la metodologia sono mutate nel tempo. Dall’età di dieci anni fino all’adolescenza, i miei componimenti venivano fuori in qualsiasi momento della giornata senza che io mi prefissassi nulla. Dall’età di vent’anni ho deciso di dare maggior valore a ciò che scrivevo, e di evitare di nascondere i miei testi senza che questi potessero vedere la luce. Da lì iniziai a scrivere con maggior consapevolezza, revisionandone la forma, il lessico e la sintassi, quindi evitando che queste rimanessero il frutto di un momento di sfogo; decisi di curarle e raffinarle, investendo su di loro e sul loro valore.”

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