Interviste d’Autore – Giulia Carloni

Nella sua nota biografica scrive: “La mia vita ruota intorno alla scuola, alla pittura, alla lettura e alla scrittura, voce delle mie emozioni più profonde.” Quale di queste passioni per lei sarebbe irrinunciabile?

“Tra le mie passioni, è molto difficile scegliere l’unica a cui mai potrei rinunciare. Se fossi obbligata, probabilmente la scrittura sarebbe la più importante, poiché voce delle sofferenze e delle gioie che non sono in grado di esprimere in altro modo e poiché è ed è stato un appoggio nei momenti più dolorosi della mia giovane vita, quando neppure molti esseri umani si sono fermati a tendermi la mano, come ha sempre fatto la scrittura.”

Oltre a scriverle, è solita anche leggere poesie? Quali sono i poeti che più la affascinano?

“Ho sempre letto le poesie, sin da bambina, perché ero alquanto affascinata dal suono delle parole combinate nei versi. Ho sempre creduto fermamente che un poeta debba creare una melodia con le parole. Premettendo che non ho particolari preferenze e che non saprei anteporre un poeta ad un altro, se dovessi sceglierne alcuni, direi Alda Merini e Giuseppe Ungaretti. Sono poeti appartenenti a decenni differenti, che allo stesso modo mi emozionano, per motivi non analoghi. Alda Merini, anche con i suoi aforismi, riesce a toccare delle parti nascoste di me. Giuseppe Ungaretti è stato uno dei primi poeti con cui sono venuta a contatto, nonostante le sue tematiche molto forti e profonde. Da piccola mi è capitato di imbattermi nei suoi versi, che leggevo senza capirne bene il significato. Ora ne comprendo ogni lettera e ogni volta mi emoziono: in anche solo due parole riassume intere narrazioni. È grazie a loro se mi sono innamorata della scrittura poetica.”

È molto giovane ed è già alla sua seconda pubblicazione. Le piacerebbe un giorno poter trasformare questa passione in un mestiere?

“Il mio sogno è sempre stato quello di toccare gli animi di chi legge le mie parole. Il mio scopo è raccontare emozioni che l’animo cela e che non tutti esternano. Dunque, auspico davvero che un giorno questa mia passione possa divenire il mio mestiere, poiché vivo anche e principalmente per questo. Il mio desiderio più grande è diventare una scrittrice ed emozionare i lettori e non.”

“Quando finiranno le parole, non ci sarà nulla” è un verso di una delle sue poesie. Ha paura di finire le parole e di non riuscire più a scrivere poesie, oppure pensa che non potrà mai accadere?

“È una frase che può essere letta in modi differenti. Per me, le parole sono l’unico bene prezioso di cui non posso fare a meno e credo che l’umanità in generale ne abbia bisogno. Negli ultimi anni c’è la tendenza a sminuirne l’importanza, a usarne meno, o addirittura a farlo in modo inappropriato. Le parole possono essere un’arma fatale, quanto una salvezza. La frase, pertanto, riflette su cosa accadrebbe se un giorno davvero le parole terminassero, secondo il mio punto di vista. Mi hanno buttata a terra tante volte, perché escono da bocche malvagie, e tante altre, invece, mi hanno salvata. È questo che le rende speciali: a seconda di come le usi ne cambi l’impatto. Io non potrei vivere senza, mai.”

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