Interviste d’Autore – Dario Schelfi

Nella prefazione all’opera scrive: “Un segno, una traccia, un’impronta, questa è la vera essenza dell’uomo. Siamo il segno che lasciamo perché tutto lascia un segno, dentro e fuori, testimone di ciò che è stato e sentinella di ciò che sarà.” È questa l’idea generatrice della sua arte? Se sì, può dirci come e quando è nata?

Signs – Segni è stata un’esperienza straordinaria che nasceva, appunto, dall’esigenza di lasciare un’orma, un’impronta, un segno distintivo e caratterizzante. Ma l’arte si evolve e il mondo di un artista muta continuamente, senza con ciò rinnegare il percorso fatto. Tra me e la pittura è stato amore da sempre, anche se ci siamo dichiarati solo in epoca recente. Tutto è nato per caso, quando i tempi e le circostanze sono state mature per iniziare.”

La maggior parte delle sue opere sono realizzate con la tecnica dell’acrilico. A cosa si deve questa preferenza? L’ha sempre utilizzata oppure è frutto di un percorso evolutivo?

“L’acrilico è un colore immediato, moderno, estremamente versatile, che si adatta perfettamente alla pittura di tocco che realizzo.”

Le opere all’interno del suo volume possono essere ricondotte a un’arte astratta. Perché ha scelto di avvicinarsi a questa corrente? Ritiene sia quella che meglio di altre può veicolare la sua “poetica del segno”?

“La pittura astratta libera la mente. In un tratto adescrittivo ognuno può vederci qualcosa di diverso, una differente visione dello stesso segno che porta a sensazioni ed emozioni diverse. Così un monocromo rosso può dare gioia e felicità, o suscitare un’emozione dolorosa…”

Come nascono le sue opere? Sono frutto dell’istinto e del momento oppure di una visione prestabilita?

“La mia è una pittura empatica, istintiva, emozionale. Emozioni che non sempre mi appartengono ma che a volte faccio mie prendendole in prestito da altri. I miei quadri non nascono da un progetto, neanche da un’idea di massima, prendono la luce da soli, nell’attimo stesso in cui il colore tocca la tela.”

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