Interviste d’Autore – Francesco Palladino

Nella sua nota biografica scrive: “Mi sono scoperto autore di poesie da circa 4 o 5 anni.” Come ha scoperto questa passione? In che modo si è avvicinato alla poesia?

“In verità, già da molti anni prima scrivevo versi poesie, ma in piccole quantità ed in modo del tutto personale. Erano perlopiù versetti brevi a rime combaciate. Scrivevo questi versi per puro istinto creativo, mi veniva naturale scrivere in versi quando immaginavo o ero illuminato da qualche evento o da qualche persona cara e, perché no, anche preso da storie d’amore. Ho fatto ottimi studi letterari alle superiori, sempre interessato alla poetica, alla letteratura e alla scrittura, ma mai ho pensato veramente, nel corso del mio divenire, di accingermi a questa arte. Solo con il tempo e con il passare degli anni, in seguito al mio percorso personale e di vita, questa forma di arte ha preso corpo. Ho cominciato a scrivere poesie vere e proprie a cominciare dal 2017/2018, buttando giù (si suol dire) pensieri, idee, emozioni, sentimenti pertinenti al mio essere ed alla mia personalità. Quando, nel corso del mio scrivere, ho preso coscienza che quest‘arte era un mezzo ed una modalità espressiva e comunicativa, ho continuato pensando che avesse una connotazione importante. Per questo ho deciso di fare di questa attività un vero aspetto della mia persona.”

Tutti i suoi testi hanno un filo conduttore: l’amore. Si ritiene un poeta d’amore oppure si darebbe un’altra definizione?

“Certamente sì, questo è il mio aspetto e tema principale. D’altra parte, l’artista in genere, in tutte le sue forme, canta e descrive l’amore e le sue sfaccettature. Cantare l’amore è un argomento molto difficile, io personalmente non oso accostarmi ai grandi poeti del nostro panorama letterario ed ai grandi illustri poeti sia del passato che dei nostri tempi attuali. Io cerco di descrivere l’amore, con tutto ciò che comporta: legami, gioie, felicità, tristezza e dolori! In fondo l’amore cosa è se non tutto questo? Nessuno conosce i meccanismi dell’amore, e nessuno veramente ne è a conoscenza, poiché è sempre un lato umano e come tale è sempre naturale e non del tutto comprensibile. Darmi una definizione? Questo non posso proprio farlo! Non posso definirmi, non sono ancora in grado! Saranno i lettori, gli amanti della poesia e della scrittura a definirmi. Cerco di esprimere gli amori, anche se nelle mie poesie spazio su più temi, dando sempre un significato religioso all’amore, ma circondato da tutti gli elementi terreni e naturali che ruotano intorno ad esso. Amo descrivere e raccontare l’amore, mettendo sul quadro dipinto tutta la realtà, e perché no, anche le irrealtà che esso comporta, come un sogno. In fondo la poesia è un sogno. Un sogno personale, molto intimo. La poesia è intimità descritta e definirmi poeta è molto complicato: darsi una definizione è molto pericoloso per sé stessi e per gli altri. Sono i lettori  che decidono, e traggono le conclusioni opportune su di un artista e per di più un poeta.”

“Erto mi fu il Colle” è il titolo di uno dei testi pubblicati, un chiaro rimando alla poetica leopardiana. Ci sono altri poeti ai quali si ispira?

“La ringrazio per questo suo rimando a Leopardi: “erto fu il colle”, il mio cenno, è sicuramente ad un lato che mi accomuna al grande Giacomo Leopardi, alla sua malinconia, anche se la mia è temporanea, in quanto la mia personalità oscilla giornalmente, dalla malinconia alla allegria, alla gioia ed alla felicità. A dire il vero, credo di accostarmi principalmente ai poeti del “Dolce Stil Novo”, corrente letteraria e poetica che amo maggiormente. Certamente, un cenno al sommo poeta Dante Alighieri, ma l’accostamento, mi consenta è improponibile, il mio linguaggio in quegli accenni a Dante, è del tutto personale ed autentico del mio essere Francesco Palladino: Dante è troppo immenso per essere raggiunto. Se poi la mia vita può essere assimilata a Dante, questo è tutto un altro discorso che appartiene alla mia storia di vita, per il momento fermiamoci qui…”

Nella poesia “Al mio amore per la musica” alcuni versi recitano: “Sempre cara mi fu quest’arte dell’esprimere! Nota dopo nota la musica, fervore, denota fin dalla tenera età che ebbi.” Se dovesse scegliere riuscirebbe a vivere senza musica o senza poesia? Quale di queste arti ha maggior importanza nella sua vita?

“Sì certamente, confesso e dichiaro la mia passione ed amore sfrenato per la musica fin da quando ero un bambino. In famiglia si è sempre vissuto un clima ed un’aria artistica, mio padre era un artista ed amante della musica, è stato anche un cantante. In casa si ascoltava musica continuamente, per giorni interi, per tutta la giornata tra radio, televisione e dischi. In verità vi confesso che proprio il mio sogno da bambino era fare musica e diventare cantante. Ho sempre amato la musica, tutti i generi, naturalmente, tranne per la lirica, che ha bisogno di uno studio e di una preparazione ben più sofisticata e gentile. La lirica compete ad un campo ed ad una storia musicale, che deriva dai grandi musicisti ed autori della musica da camera: questo è un campo che non mi azzardo nemmeno a toccare… Se poi mi parla della Carmen di Bizet, la Traviata, Il Barbiere di Siviglia, delle opere di Puccini, Verdi, Rossini ed altri… beh, chi non ha mai nella vita ascoltato ed amato queste opere? La mia passione musicale era ed è per lo più rivolta alla musica leggera italiana, alla sua storia e tradizione nazionale ma soprattutto, è doveroso dirlo, internazionale. D’altra parte, il nostro paese è definito il “paese del bel canto”! Le sembra poco? Io direi di no! Non nascondo per nulla la mia passione ed amore per la musica napoletana, sia classica che moderna. D’altra parte come si fa a non amare la canzone napoletana, nostra grande ricchezza nel mondo, portata avanti dai grandi come Caruso e, negli anni e nei secoli successivi, osannata e portata in giro per il mondo dai più grandi cantanti italiani e non. Per altro la musica italiana non esisteva, il nostro parlare è volgare italiano e la musica italiana proviene dai canti popolari napoletani. No sinceramente, le dico che non posso vivere senza la musica, mi accompagna tutto il giorno, è la mia essenza di vita, gli archi che fanno vibrare la mia anima e non solo. La poesia? È un altro modo di esprimermi, di trovare una mia dimensione, una forma nuova, a cui mi sono prestato da pochi anni. Vedremo, tra alcuni anni, se la poesia prenderà una struttura molto più conforme al mio stile ed alla mia vita. Di certo non smetto e non smetterò di scrivere, questo glielo posso garantire… La poesia è legata innegabilmente alla musica, poesia, testo e musica vanno di pari passo. Io amo la poesia e continuerò a scriverle ma questo è un punto anche di creatività ed illuminazione intimistica. Punti vivi e meno vivi si alternano nella vita di un uomo. Se poi mi parla di poesia, come di arte sublimata, questo è vero, ma le assicuro che è molto, ma molto difficile! Descrivere i sentimenti e le emozioni non è cosa facile, anzi nasce sempre da una gioia o da un dolore! Il lettore che accetta questo, si riconosce ed al tempo stesso riconosce l’autore.”

La ringrazio per questa sua intervista, sono stato veramente onorato e felice di essermi “mostrato” a tutti voi di Dantebus. Spero che sarà un piacere anche per tutti i lettori.

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