Interviste d’Autore – Maria Felicia Gelonesi

Nel componimento “Un tu impersonale” i primi versi recitano “E siamo scivolati in questa voce impersonale di un tu sconosciuto. Noi pluralità di nomi.” Come percepisce la società moderna? Cosa l’ha portata a comporre questi versi?

“Non c’è un motivo particolare che mi ha indotto a scrivere questa poesia. Sono versi che nascono dall’osservazione generale del mondo attuale. Non qualifico la società come buona o cattiva, ma piuttosto penso che essa possa essere sana o malata. E questa per me è una società malata che ha perso il senso del bello e la ricerca del bene. Si concentra sulla produzione materiale, non vede l’altro , il Tu come scambio di ricchezza interiore. L’uomo in questa società ha perso il senso più vero del sé e non sa guardarsi dentro , non sa più cogliere l’essenza delle cose, della vita. Nasce da ciò un tutto impersonale che galleggia su una superficie anonima.”

Nella sua nota biografica scrive: “La scrittura è per lei il luogo della memoria e della sublimazione dei conflitti interiori vissuti dall’uomo.” Ritiene che l’ars scribendi sia al pari di una terapia che può aiutare l’uomo a superare i propri ostacoli?

“L’inquietudine, per la poesia è come la linfa per un albero, e come i rami producono fiori o frutti così la poesia si serve di questa linfa per creare, elaborare ed elevare spiritualmente l’uomo alleggerendolo dalla opacità quotidiana o dalle problematiche esistenziali che lo tormenta. La scrittura non è sicuramente da confondere con un percorso analitico, non risolve definitivamente i conflitti dell’uomo, anzi a volte lo scrittore trova in quest’ ultimi nutrimento. L’inquietudine, per la poesia è come la linfa per un albero, e come i rami producono fiori o frutti così la poesia si serve di questa linfa per creare, elaborare ed elevare spiritualmente l’uomo alleggerendolo dalla opacità quotidiana o dalle problematiche esistenziali che lo tormenta. Per me la poesia è come una catarsi.”

Molti testi hanno come tema centrale gli elementi naturali: le stagioni, i fiori, il cielo, la luna. Sono loro che le danno l’ispirazione per comporre i suoi versi?

Avverto da sempre un grande amore per la natura e mi sento parte integrante di essa, amo ogni umile elemento che la compone come un fiore, una nuvola, una foglia, un albero, ecc. Ciò che mi ispira a comporre poesie sono soprattutto i miei stati interiori e, nei versi, gli elementi naturali sono per me elementi simbolici, evocativi attraverso i quali comunico il mio sentire.”

È una maestra di scuola elementare. Riesce a portare anche in classe la sua passione per la poesia? 

“Insegnando matematica non sempre mi è facile, ma a scuola porto me stessa con le mie passioni e il mio sentire, non posso non comunicare e non trasmettere ai miei alunni la ricerca del bello e l’amore per la meraviglia. Gioco facile con i bambini perché sono lo stupore del mondo e la fantasia inesauribile. Quando rientro dal lavoro mi dico: la poesia più bella sono loro!”

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