Il 9 febbraio del 1881 moriva a San Pietroburgo Fëdor Dostoevskij, pietra miliare della letteratura russa e mondiale.

Sarebbe impossibile riassumere in poche righe i suoi capolavori come “Delitto e Castigo” o “I fratelli Karamazov”, capolavori non solo per le vicende raccontate ma soprattutto per lo spessore psicologico che l’autore è riuscito a conferire ai suoi personaggi.

La vita personale di Dostoevskij non è stata rosea tanto quanto il suo successo come autore. Nato in una famiglia benestante, la madre morì giovane di tisi mentre il padre, alcolista, fu accoltellato in circostanze poco chiare: dopo la morte del padre il giovane Fedor iniziò a soffrire di crisi epilettiche che lo accompagnarono per tutta la vita.

Fedor intraprese la sua carriera artistica ma non rimase certo fuori dagli avvenimenti politici del suo tempo tanto da essere arrestato con l’accusa di tramare alle spalle dello zar e venir addirittura condannato a morte… solo quando era già sul patibolo gli fu data notizia dell’annullamento dell’esecuzione!

Non fu un grande marito, si sposò due volte e pare fosse molto geloso al punto da impedire alla seconda moglie di truccarsi! Il vizio del gioco non è protagonista solo dei suoi romanzi ma fu egli stesso un grande giocatore d’azzardo: dovette vendere anche le sue fedi nuziali per ripagare i suoi debiti!

Un uomo certamente imperfetto ma scrittore dalla formidabile penna!