Interviste d’Autore – Alessandra Parrini

Nella sua nota biografica scrive di essere stata “svezzata col Rodari.” Cosa le piace particolarmente di questo autore?

“Grazie ai miei studi di linguistica e analisi del testo, potrei dare una risposta ben più lunga e circostanziata del perché mi piacciono i suoi testi, ma quello che mi preme sottolineare è la passione che aveva per giocare non solo con le parole, ma anche con la realtà. Naturale che ci possa essere un signore di Macerata che portava ai coccodrilli la marmellata. È la naturalezza esplosiva con cui ti accende la visione di nuovi mondi surreali, con delle rapide e precise pennellate “impressioniste” e quel suo creare personaggi assurdi, eppure plausibili, quali Giovannino perdigiorno che diventano parte del lessico familiare. Altro elemento che mi ha sempre divertito è quel suo trattare in modo ironico e dissacrante le regole della grammatica. E qui anticipo una risposta, dicendo che con queste rotture iconoclastiche, a mio avviso e per esperienza, si facilita l’insegnamento ai bambini nutrendone al contempo la fantasia anche in altri ambiti: Insalata. Dal disordine nell’ordine prestabilito si arriva a comprendere la funzionalità di tale ordine oppure ad acquisirne meglio i contenuti.”

I protagonisti delle sue fiabe sono ovviamente personaggi immaginari: a chi si ispira per idearli?

“Lo dite voi che sono personaggi immaginari. Occhiolino. Lo sono, è vero, ma rospi, ranocchi e principi sono anche i correlativi in favola di bambini e ragazzi reali che hanno costellato la vita di chi scrive. Il chi non ve lo riveliamo. Chi sa di avere la faccia di burro si riconoscerà in un moto di gelosia per il ranocchio pallonaro. Favola che qui non trovate. Il “Lagnetto” è il figlio di un caro amico cui ho voluto mandare un messaggio di incoraggiamento. Nei racconti, qui non inclusi, compaiono anche il fratello e la sorella (si va quindi dai 5 ai 19 anni) lanciati in diverse avventure o a cui vengono affidate missioni speciali da personaggi particolari, come per esempio, un infuriatissimo branzino.”

Quali sono i messaggi che tiene di più a veicolare tramite i suoi racconti?

“Come dicevo, spero, con la mia scrittura, di trasmettere amore e attenzione per le parole, ma non solo. In un mondo sempre più digitalizzato, e ci sono bambini nati con le emoticon a portata di ditino, si perde non solo la flessibilità linguistica con tutto il suo potenziale di intervento nel mondo, ma anche l’espressività canale che ci mette in contatto con noi stessi e con gli altri. Queste favole vogliono essere quindi un richiamo per il risveglio non solo alle belle addormentate, ma anche ai maschi: addormentate sognatrici va bene, ma bisogna essere anche un po’ sgamate e comunque sempre vispi e all’erta per non cadere in certe trappole. Si veda ad esempio “Manina” e “Spadotto” e “Cammina sempre!” Qui non incluse, altrimenti c’è il rischio di trovarsi persi nei meandri dei sottoscalini fiorentini. Importante è anche l’ironia, che scorre come linfa di sguardo divertito in tutte le favole e con la quale si guarda a personaggi biblici riscrivendone la storia (“Noè della giungla”) e classici delle favole, magari riletti con un ironico senso di mea culpa: “La principessa scroccona”. Vi invito infine ad ascoltarmi sul mio canale Youtube che prende il titolo da una favola che racchiude un messaggio chiave che qui lascio nel mistero: “Il topolino dianoetico.”

Si è mai cimentata in altri generi oltre quello della favola?

“Si parlava di gioco, aggiungo anche la sfida. Ho varie poesie in corso di pubblicazione con la casa editrice “Kemonia” di Palermo, nate o come risposta alle proposte di alcuni concorsi letterari (ad esempio “L’alba della partenza” o “Viaggio di ritorno”) o di ispirazione personale, si veda la ricca silloge esplosa in Grecia nell’estate del 2018 e che comprende vari filoni: ritratti di personaggi reali e non (quadri), la fede e la crescita personale col suo intrecciarsi fra i ricordi della bambina di allora e l’autopercezione della donna di ora. Sempre ispirata dal tema di alcuni concorsi ho scritto vari racconti alcuni dei quali sono stati già pubblicati, o sono in corso di pubblicazione, singolarmente in varie antologie: “La leggenda dell’orso”, “Dalla pagina del mio diario”, “Lu burriccu” e “Duo Deno”. Sempre in un’antologia è stata pubblicata una filastrocca, “La berta”. Oltre a comporre e scrivere poesie e racconti sulla spinta di varie proposte di concorsi, sto anche lavorando ad un romanzo ironico di gradevole leggibilità estiva e con un tocco di rosa. Dove ci porterà questo viaggio sulle onde della creatività? Vedremo.”

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