A lezione con Dantebus – Perché si dice “fare le cose alla Carlona”?

L’imperatore Carlo Magno, soprannominato “Carlone”, è descritto in molti poemi epici come un uomo poco attento allo stile e alla classe, goffo e abituato ad indossare abiti non pregiati, tanto da essere spesso costretto a cambiarsi d’abito quando doveva essere ritratto nei dipinti ufficiali.

Si dice che durante una battuta di caccia, in cui si era soliti utilizzare abiti sfarzosi, lui si presentò malconcio e dimesso, con grande stupore dei suoi ospiti che rischiarono di scambiarlo per un contadino!

Quella stessa sera però ci fu un grande temporale e Carlo Magno fu l’unico ad essere adeguatamente coperto grazie ai suoi vestiti di stoffa: gli altri infatti non poterono fare affidamento sui loro abiti lussuosi per ripararsi ! L’imperatore li canzonò e prese in giro per quella scelta. Da allora si dice “vestirsi alla Carlona” in ricordo dei “gusti” di Carlo Magno.

Con il tempo poi, per estensione, ha assunto vari significati: fare le cose in modo sbrigativo, essere ingenui ma anche essere troppo buoni.

Immaginavate che questo modo di dire derivasse da un imperatore?

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