Filippo Bruno nacque a Nola nel 1548 e, dopo aver preso i voti, cambiò il suo nome in Giordano.
Il suo carattere ribelle lo portò ad abbandonare i voti e a trasferirsi in varie città durante il corso della sua vita.
Una volta a Venezia trovò ospitalità presso il nobile Giovanni Mocenigo che, spaventato dalle sue idee blasfeme, decise di denunciarlo al tribunale dell’Inquisizione.
In particolar modo, Giordano Bruno concepiva la natura in modo assoluto, volendo abbracciare la vita in ogni sua forma ed espressione, tanto da concepire Dio in senso panteistico togliendo l’Uomo e la Terra dal centro al contrario della concezione della Chiesa Cattolica.
Trasferito a Roma trascorse sette anni in carcere senza mai ritrattare le sue idee in cambio della libertà: il 17 febbraio del 1600 venne arso vivo in Piazza Campo de’ Fiori a Roma con l’accusa di eresia.
Oggi è possibile ammirare nella stessa piazza e nello stesso punto in cui fu arso vivo una statua in bronzo in suo onore realizzata nel 1889 da Ettore Ferrari.
Il basamento accoglie otto medaglioni rappresentanti otto intellettuali che, nel corso dei secoli, osarono sfidare il potere ecclesiastico. Sono presenti anche quattro formelle, una di queste riporta l’iscrizione del filosofo Giovanni Bovio: “A Bruno, il secolo da lui divinato, qui, dove il rogo arse.”
Giordano Bruno è diventato il simbolo del pensiero libero e dell’intellettuale privo di qualsiasi vincolo e ha rappresentato l’eterna lotta tra lo Stato e la Chiesa di Roma.