Dantebus Recensioni – “La nostalgia è un sentimento nobile”

Intervista ad Attilio Gambacorta, autore della silloge poetica “L’umana gente”, ricca di riflessioni sul passato, presente e futuro. Una poesia immediata che fotografa attimi di vita vissuta e particolari di quotidianità.

“L’umana gente” è il titolo della sua silloge poetica e la prima sezione del libro contiene molte poesie che “raccontano” la vita di varie persone. La incuriosisce osservare la vita altrui come fosse uno spettatore?

“Sì, mi fermo molto ad osservare la gente che incontro o che guardo mentre cammino o sono seduto al bar, quando prendo l’autobus e incrocio altre persone. Ho curiosità di immaginare la vita che possono fare o anche conoscerli come è capitato varie volte in questi anni durante il tragitto che mi porta a lavoro.”

L’elemento del tempo che passa è una costante riflessione nelle sue poesie. Cosa la affascina dello scorrere del tempo? Prova nostalgia nel ricordare i momenti passati?

“Ricorre sempre nelle mie riflessioni il passato, il presente e il futuro. Mi è capitato più volte di scrivere anche pensando a mio padre e ho ripercorso la sua vita tramite immagini fotografiche. Mi domando sempre come possa essere il futuro e che speranze ognuno riponga in esso, anche attraverso i figli e i giovani. Provo nostalgia, credo sia un sentimento umano positivo perché significa che quel tempo è stato bello: trovo la nostalgia un sentimento pieno di umanità e di amore. Il tempo ormai è passato ma c’è sempre la speranza che altri momenti possano essere vissuti altrettanto bene. È un sentimento nobile che addolcisce l’animo e che guarda al futuro.”

Il libro è diviso in vari capitoli, nella sezione “Guardando dal finestrino” ci sono poesie nate nel tragitto che percorre ogni mattina per andare a lavoro. L’ispirazione è immediata oppure mette per iscritto i suoi pensieri in un secondo momento?

“È assolutamente immediata. Sono seduto sul pullman e osservo tutto il paesaggio di colline e di monti. Li descrivo immediatamente, prendo spunto dal paesaggio per esternare i miei sentimenti e le aspettative della giornata. Attraverso quel paesaggio rifletto sulla quotidianità. Scrivo sul telefonino e pubblico le poesie su Facebook: l’idea di pubblicare è nata grazie alle mie sorelle che hanno messo insieme queste mie poesie unendole in un opuscolo. Dopo aver partecipato al concorso di poesia Dantebus sono stato contattato per la pubblicazione e per me è stato un momento molto significativo”.

Due sezioni sono dedicate ai suoi luoghi di origine: Perugia e Torgiano. Quanto sono importanti per lei le radici?

“La mia vita si è svolta a Torgiano dove sono nato e cresciuto. Ho lavorato per vent’anni a Perugia e la considero la mia città, i pomeriggi passati a fare le “vasche” a Corso Vannucci dove ci si ritrovava con i compagni di classe: era la vita cittadina di Perugia degli anni ’80 che mi ha formato culturalmente e politicamente. Considero molto importanti le radici.”

Sta continuando a scrivere? Quali sono le sue riflessioni più frequenti in questo ultimo periodo?

“Sì, ho scritto anche altre poesie riguardo mia nonna, su un gatto che ho incontrato lungo il marciapiede, sul futuro. Sto scrivendo un libro che penso di finire entro l’anno sulla storia della banda musicale di Torgiano, sto prendendo appunti e testimonianze per elaborare il racconto.”

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