MARIO GHIZZARDI

DOPO LA LUNGA CORSA DELLA VITA, FERMARSI, RALLENTARE, APRIRSI ALL’AMORE E RICOMINCIARE A CAMMINARE INSIEME

“Le cose migliori e più belle di questo mondo non possono essere viste e nemmeno ascoltate, ma devono essere sentite col cuore” (Helen Keller). Mario Ghizzardi, come un corridore intrepido, ha macinato chilometri, percorso strade, attraversato terre abitate e lande desolate. Ma arriva un certo punto in cui è tempo di fermarsi, voltarsi indietro e osservare il tutto. Chiedersi a che punto sia arrivato e se il sentiero, ininterrottamente percorso, sia quello giusto. Dunque è l’ora di rallentare, di camminare, di godersi appieno il viaggio, di lasciar spazio alle emozioni e viverle intensamente, di fissarle e sublimarle nei versi. Ora è il tempo del poeta: è qui che nasce l’ars di Mario! il componimento programmatico fissa chiaramente il momento in cui la sorgente della poesia inizia a zampillare dal cuore: “Scorrono i paesaggi della Barbagia/Cavalli liberi/Tranquillamente pascolano le pecore/Rilievi qua e là/Il niente che luccica/La civiltà che non si nota/Il silenzio che regna/E le domande affiorano/Mi sono negato emozioni/Le ho relegate negli angoli bui/Il viaggio non le frena/Non posso negarmi più nulla/Il mondo/La novità/Le persone dolci/Umane, accoglienti/Voglio abbracci, non superficialità” (“Scorrono paesaggi”). Il poeta spalanca le porte dell’animo, i sentimenti finalmente possono entrare liberamente e anche un po’ selvaggiamente: “Non ho più freni/Almeno con me stesso/Posso liberare le mie emozioni/Posso piangere/Ancora un po’/Altre lacrime, come sorsi/Libero di farlo, senza restrizioni/Da solo sono più autentico/Gli altri mi bloccano/Anche nei sentimenti” (“Questa sera sono triste”). È l’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera: “Contro i sentimenti siamo disarmati, poiché esistono e basta e sfuggono a qualunque censura. Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento: su di esso non abbiamo alcun potere” (Milan Kundera). Il poeta ha sofferto questa negazione dell’amore, c’era un muro costruito attorno al cuore che non gli permetteva di esistere, non lo rendeva capace di gustare la vita: “Tutte le volte che/Mi sono trovato con la testa fradicia/Per il vino ingurgitato/Senza pensare, senza gustare/Con la sola ansia di farlo/Di riempire quei vuoti…/Per tutte le volte che/Nessuno mi capiva/Nessuno mi interessava/Nessuno mi incuriosiva” (“Tutte le volte che”). Ma ora che le barriere sono abbattute, gli stessi sensi si sono riattivati, e allora i profumi, i colori, gli odori sono frammenti di felicità, di bellezza, di infinito: “Sento il profumo di fieno/Pungente e aspro/Prati rigogliosi/di lussureggiante erba primaverile/Da poco falciata/Il sole esalta questi odori” (“Sento il profumo”). Nella pianura sconfinata delle emozioni, Mario incontra l’Amore: “I tuoi abbracci dolci/Avvolgenti/I baci sinceri/Quegli occhi spontanei/Disarmanti e veri/Quei sorrisi accoglienti/Non ti dimenticherò/Le tue carezze/Ancora mi graffiano” (“I tuoi abbracci dolci”). Insieme il poeta e l’amata possono finalmente galoppare liberamente: “Un benessere diffuso/Mi pervade tutto il corpo/Soprattutto la mente, libera/I pensieri scorrono leggeri/Il corpo, trasportato dalle sensazioni della pelle/Ricordo le tue carezze, dolci/Le sento ora” (“Risveglio dolce”). È una nuova corsa così intensa, da prendere la strada del cielo, da nobilitare quello che si prova nel mondo fisico reale, in nutrimento spirituale dell’anima: “A tutta velocità/A tutto volume/La musica che non ho mai ascoltato/Le voci che mi entrano nel cuore/Il suono della voce/Mi appartiene/Mi svela l’anima…” (“A tutta velocità”). I lettori che si avvicineranno a questi versi, sentiranno il grido del poeta: NON È MAI TROPPO TARDI PER AMARE! Non sprecate tempo, apritevi all’Amore, osate fissarlo negli occhi, senza timore: “Quando impari a guardare una persona negli occhi/Non hai più barriere/Puoi arrivare ovunque…/È una sensazione pazzesca osare/Quanto tempo sprecato” (“Quando impari a guardare una persona negli occhi”). Sarà un vita nuova e vera che darà senso a tutto, al passato, al presente, al divenire: “Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti” (Tiziano Terzani).

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