In che modo ha selezionato l’opera da esporre? Quale valore ha per lei e cosa desidera trasmettere agli spettatori attraverso la sua opera?
Amo dipingere il corpo e il volto umano non solo come forma, ma anche l’espressione e il sentimento. Cerco di dare un’anima ai miei dipinti. In questa opera ho descritto la gioia e il dolore in due volti di donna differenti che esprimono la felicità e la sofferenza, che sono due stati d’animo dell’essere umano. Ho voluto trasmettere tutto ciò per far riflettere lo spettatore in un viaggio dei sentimenti umani.
Se potesse collaborare con un artista di qualsiasi epoca, chi sceglierebbe e perché?
Sceglierei Caravaggio perché con i suoi dipinti ha descritto gli ultimi, gli emarginati, le prostitute, i poveri facendoli vedere alla borghesia e alla chiesa dell’epoca nel Seicento, trasmettendo tutta la loro sofferenza.
Nel processo creativo che porta alla luce le sue opere cosa prevale: la spontaneità, l’impeto, o la tecnica?
Penso la spontaneità e la tecnica, ma soprattutto l’espressione della mia anima.
Come pensa che il pubblico debba avvicinarsi alla sua opera? Ci sono messaggi o emozioni specifiche che vuole trasmettere?
Con il dipinto che ho esposto, ho cercato di raccontare l’esistenza umana l’anima di ognuno di noi con le nostre gioie, le nostre sofferenze in un linguaggio di emozioni e riflessioni. Vorrei che lo spettatore compia un viaggio dentro la sua anima.