Intervista d’Autore – Lucia Giochi

In che modo ha selezionato l’opera da esporre? Quale valore ha per lei e cosa desidera trasmettere agli spettatori attraverso la sua opera?
Ho scelto quella specifica tela perché ho voluto far conoscere al pubblico un lavoro di cui sono particolarmente fiera, per le sensazioni che mi trasmette e che vorrei condividere.

Quali sono i suoi punti di riferimento artistici? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?
Sono affascinata dalle correnti artistiche del primo Novecento, dalle avanguardie, dai movimenti che si volevano affrancare dalla pittura come imitazione della natura, proponendo una pittura come espressione dell’interiorità dell’essere umano. In modo, particolare, amo Kandinsky, per la ricerca e il processo di astrazione, e Klimt, per l’uso dell’oro.

Come realizza i suoi dipinti? Ha già un’idea chiara e definitiva di cosa andrà a dipingere oppure costruisce l’opera in momenti e fasi differenti?
Parto da un’idea, da un’intuizione che elaboro a matita in piccolo, strutturando i quattro toni. Poi passo alla realizzazione su tela, riporto il disegno del bozzetto e mi lascio guidare dall’istinto nella scelta del colore e nella definizione dei dettagli. Quando il colore è “maturo”, l’opera è terminata.

Quali sono le tecniche che preferisce utilizzare e perché? Acrilico, olio, acquerello, tecnica mista…
Le tele sono realizzate con colori acrilici, la tecnica che al momento preferisco. Ho iniziato ad apprezzare l’acrilico quando ne ho scoperto il potenziale nelle velature e nello sfumato. Mi piace anche il disegno a lapis in chiaro/scuro.

“L’arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare” sosteneva Salvador Dalì. Può commentare questa citazione?
Penso che l’arte debba solleticare, stimolare, emozionare, suscitare sensazioni, ricordi e/o pensieri, e ciò a prescindere dal suo valore decorativo; deve far pensare e/o sentire qualcosa; vedo l’opera d’arte come una porta verso altre dimensioni, che catturano l’osservatore e gli fanno compiere un viaggio, dentro il sentire dell’artista e dentro sé stesso. L’opera pittorica deve comunicare con l’individuo, attraverso gli occhi ma oltre l’apparenza della superficie.

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