Colore di donna di Massimo De Santis

Da dove nasce l’intenzione di pubblicare una sua personale raccolta di testi?

“Dal cuore.”

Come ha scelto il titolo dell’opera e perché?

“Colore di donna. Molte sono le sfumature dell’universo femminile, ho provato a coglierne qualcuna a me più vicina.”

Ritiene che l’immagine della copertina rispecchi il contenuto e l’intento del suo libro?

“Certamente. È l’immagine di una donna che ha tutto.”

In che modo ha selezionato i testi da pubblicare? Sono testi scritti con l’intenzione di far parte di un’unica pubblicazione oppure li ha selezioni successivamente tra tutta la sua produzione letteraria?

“Scritte tutte d’un fiato. In pochi giorni.”

Qual è il messaggio che desidera lanciare ai lettori tramite il suo libro?

“La donna è il mezzo attraverso cui il divino si fa umano. Oggi questo sembra non sia più vero! Ha smarrito la sua funzione divina.”

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

“Ho preso un po’ da tutti i più grandi autori della storia, ognuno con il suo stile: hanno contribuito a formare il mio stile.”

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua scrittura? Può farci un esempio citando uno dei testi in cui emerge questo aspetto?

“La mia vita privata contribuisce a creare il caos della bellezza. Noi dovremmo essere solo bellezza e amore, amare ed essere amati, respiro unico e regalità… la poesia è “nemesi”.”

Riesce a immaginare la sua vita senza la scrittura?

“Io sono la scrittura. Io sono la parola.”

I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?

“L’ispirazione è figlia della sapienza.”

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

“Penelope. La sofferenza dell’abbandono, il dolore della lontananza. Amore è origliare sulle labbra dell’altro/a.”

 

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