Interviste d’Autore – Elena Ponzi

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua poetica?

“La vita privata rappresenta il quotidiano da cui partono le dinamiche emozionali. Tranquillità o agitazione, gioia o delusione, solitudine o compagnia implicano flussi di energia che inducono spontaneamente una frase preparatoria alla stesura di una poesia o di una breve lirica estemporanea. Gli studi e il lavoro mi hanno dato e mi danno la possibilità di interagire con persone diverse e, in alcuni casi, sono proprio le loro storie che tracciano, involontariamente, una linea poetica, come si evince dagli argomenti delle poesie con dedica.”

Lei afferma che “Anche la cosa più insignificante imprime un’impronta invisibile che si fa visibile attraverso la poesia.” Ogni evento della sua vita può quindi trasformarsi in poesia?

“Molte poesie sono maturate dall’unione di un evento, pensiero, racconto o cose del passato con momenti più recenti. L’ispirazione di Effetti artificiali l’ho avuta seguendo l’intervista al premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, nel 2021, sul disordine delle particelle. Un volto ha trovato il suo legame tra quello visto in sogno e la somiglianza casuale con una persona sconosciuta. Incrociando il tuo sguardo unisce un momento di serenità del passato con ciò che vorrei rivivere oggi. I pochi diventarono tutti lega una sofferenza di pochi individui agli insulti ambientali con l’episodio del Covid. Mi piace molto questo aspetto, dà rilievo emotivo a tutto ciò che è accaduto e accade; fa riflettere, ci suggerisce che fatti o cose vissute distrattamente o ritenute banali, come i Piccoli fiori di camomilla selvatica in un buco sull’asfalto assolato, hanno impresso la loro impronta invisibile e, quando si legano emotivamente al presente, l’insieme risveglia dettagli interiori che, come piccole esplosioni dell’anima, promuovono la creatività poetica.”

Similitudini, descrizioni, atmosfere… la natura ha un ruolo importante nella sua poetica. In che modo le ambientazioni naturali influenzano la sua arte e perché le sono così d’ispirazione?

“Sono una biologa e vivo a Napoli. Dai Colli Aminei, ogni giorno, vedo le variazioni naturali del meteo che incorniciano il Golfo: il mare, il Vesuvio, i colori delle albe e dei tramonti, cieli coperti, nuvole e la nebbia che copre il panorama. La poesia in questa città si percepisce anche se sfugge perché sopraffatta dal suo caos. Il quadro del golfo di Napoli non è mai lo stesso e, se alla vista si aggiungono i diversi stati d’animo, otteniamo ulteriori variazioni, così, un cielo terso che un giorno può dare allegria, in altri frangenti di vita può provocare malinconia. Similitudini e descrizioni sono frutto di esperienze personali, percezioni intuitive e fantasia; con queste, la mente gioca e con molta naturalezza trova, esprimendosi in versi, il suo libero sfogo. La poesia è un’arte straordinaria, a volte meglio di una medicina, quando si impone meravigliosamente, regalando leggerezza a momenti difficili. Altrettando straordinaria è la natura, la realtà che governa l’esistenza, la ricchezza in cui l’essere umano attinge per il suo benessere materiale e spirituale. Per esempio, il verde di un parco o di un orto botanico richiama alla sua attenzione e osservazione, eleva lo spirito, stimola riflessioni; la natura è tutta una inimitabile poesia! La natura insegna! Dovremmo tutelarla seriamente.”

Ricorda il primo momento in cui si è avvicinata alla scrittura poetica?

“La mia prima poesia la scrissi in seconda media in un compito in classe di italiano. Ricordo l’insegnante che entrò in classe facendomi i complimenti per l’originalità dello svolgimento. Mi aspettavo un voto alto ma, ahimè, il tema era troppo breve. Per anni, ho continuato a scrivere spinta dall’estro che si rivela sempre quando riposo, che sia notte o che sia giorno.”

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