Interviste d’Autore – Franco Colandrea

È possibile rinascere a nuova vita dopo aver subito un dolore impossibile?

“La perdita di una persona cara ed in special modo la perdita di un figlio è tra le prove più dure che la vita ci riserva. L’esperienza della morte purtroppo non risparmia nessuno. Il lutto di per sé è una condizione di sofferenza che è consequenziale alla perdita, però è anche l’inizio del processo per il suo superamento. Questo non sta a significare che ci si dimentica della persona che non c’è più, ma che piano piano si accetta il “distacco” e si accoglie al nostro interno la sua eredità. C’è anche da dire che l’uomo ha la capacità di sopportare sofferenze e dolori anche senza preavviso. Un lutto tragico ed inaspettato può essere sempre presente e sta alle persone che subiscono la sofferenza e il dolore ad iniziare il cambiamento di “rinascita”, cercando di superare il maggiore ostacolo e cioè la paura di affrontare la sofferenza ed il dolore piangendo la persona amata. Delle volte questo dolore è talmente forte e persistente che facciamo di tutto per eliminarlo. Personalmente per non sentire il vuoto del lutto riempivo le mie giornate facendo tante attività, cercando anche tanti interessi per riempire il “vuoto” lasciato dalla perdita di mio figlio. I primi periodi ricomparivano improvvisamente i vuoti dove li avevo lasciati ed in quel momento capii che per “ri-nascere” non potevo non pensare al mio devastante dolore ma dovevo ascoltarlo e accettarlo senza paura, sentire il mio bisogno di cambiare per provare a vivere una “nuova vita” dove il dolore che mi accompagnava non mi sovrastasse. Ho accettato il lutto e con esso il tremendo dolore come un processo personale in quanto secondo me non esiste un modello giusto o sbagliato per viverlo. Strada facendo sentivo dentro di me che nulla poteva ormai cambiare perché una perdita di tale portata è stato un evento irreversibile alla pari del mio dolore impossibile. La mia reazione è stata quella di comprendere che la dipartita è un evento certo ma che la sofferenza ed il dolore conseguenti possono non esserlo. Allora questo dolore da odiato nemico, l’ho percepito come amico in quanto mi ha permesso di risvegliarmi da quella sonnolenza emotiva propria delle persone che subiscono il lutto ed in modo particolare nei giorni successivi alla morte. Il cammino è stato lungo e faticoso dove ci sono state delle cadute afflittive con conseguenti periodi di rialzate ed il tutto con una presente forza di volontà, non comune, per la ricerca di pratiche e dinamiche menzionate in modo semplice (almeno lo spero) nel volume che ho scritto. Da qui il titolo Rinascere a nuova vita dopo aver subito un dolore impossibile.”

Il suo libro è un viaggio nel dolore la cui meta diventa l’accettazione stessa di quest’ultimo. In poche parole cosa si sente di consigliare davvero a chi sta affrontando oppure ha affrontato un dolore impossibile?

“Quello che mi sento di dire non è tanto di consigliare qualche tecnica o anche una pratica specifica a chi è costretto a subire un dolore impossibile per tornare a vivere, ma di proporre il mio modello, cioè quello di sentire e di accettare il dolore, senza paura, perché dopo un lutto si ha il bisogno di cambiare per provare a vivere una nuova vita dove il dolore che ci accompagna non ci annulli. Il lutto bisogna superarlo, esso è come una profonda ferita che ha bisogno di tempo per rimarginarsi ed infine guarire. Per arrivare a ciò è necessario seguire una “convalescenza” che risulta indispensabile per elaborare il “distacco” senza però cercare di nascondere la ferita perché potrebbe infettarsi e cronicizzarsi, poiché un lutto non accettato e metabolizzato può portare ad un profondo malessere interiore che può virare anche in una depressione, paura, ansia, disturbi psicogeni, unitamente a problematiche relazionali anche in ambito sociale e lavorativo. Per riuscire nell’impresa mi sono imposto di farcela usufruendo di una forza di volontà senza pari e la ricerca per la cura dell’anima ha dato i suoi frutti. Mi piace concludere con una frase a me cara: Con la luce splendente della conoscenza si può ottenere lo sfondamento della materia allo scopo di guardarci dentro e trovare la nostra luce interiore.”

Qual è lo spirito con cui ha scritto questo libro? Qual è il messaggio che vuole far arrivare ai lettori?

“Ho deciso di scrivere la mia storia di ri-nascita a nuova vita perché sono finalmente riuscito a trovare pace. La forte determinazione messa, l’ascolto del dolore, l’accoglienza della tristezza e del conseguente stato depressivo e, infine, lo stato interiore di quiete che ora ho conquistato e che sento essere la forma più pura del mio spirito, mi hanno portato a risorgere. Tutto ciò lo sento come un grande dono ricevuto e il poterlo donare e la speranza di poter essere d’aiuto a chi soffre mi ha fatto decidere di scrivere questo libro.”

Oltre alla narrativa si cimenta anche nella scrittura poetica. Qual è il genere che predilige tra i due e perché?

“Durante la mia vita lavorativa nella pubblica amministrazione mi relazionavo con la scrittura burocratese e alcune volte anche giuridica, quindi non ho mai scritto qualcosa di narrativo o di poetico. Solo dopo la mancanza di mio figlio, per stabilizzare i miei pensieri e la parola, ho iniziato a scrivere su di una piccola agenda, sotto forma di brevi racconti, i dialoghi onirici che facevo con lui. Questo modo di scrivere si è un pochino evoluto in racconti inerenti le discipline olistiche e le tecniche provenienti dal continente asiatico inerenti lo Yoga e la spiritualità e grazie alle quali ho tratto immenso beneficio per la mia rinascita. Sarà narrativa? Sarà poetica? Questo non lo so. Io scrivo per me stesso e racconto i miglioramenti ricevuti con l’applicazione dei principi che volta per volta racconto.”

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