Interviste d’Artista – Luca Andrea Martinetti Osculati

In che modo ha selezionato l’opera da esporre? Quale valore ha per lei e cosa desidera trasmettere agli spettatori attraverso la sua opera?

“L’intenzione nella scelta dell’opera “Esitazioni, meditazioni e improvvisazioni d’artista (dilettante)” nasce dal tentativo e dalla volontà di coniugare il mio “primo amore artistico”, ovvero la poesia, con l’amore più recente per la pittura e il disegno. Infatti, quest’opera vuole porsi come illustrazione di una mia poesia intitolata “L’artista”, che definisco come un personaggio imprevedibile che medita, improvvisa e poi esita o che esita e poi medita e improvvisa. Ho quindi cercato di dare un certo valore al grande fascino del processo creativo che porta all’espressione artistica, sia che sia letteraria sia che sia pittorica. Quest’opera ha quindi un forte valore interiore ed esteriore e, nel dipanare il suo valore esteriore, vorrei lasciare allo spettatore proprio la sensazione di dialogo tra istinto e mistero creativo, che sfocia e si riflette in quel caleidoscopico dialogo tra, appunto, esitazioni, meditazioni e improvvisazioni, che prova anche ad abbracciare lo spettatore con il senso del colore.”

Quali sono i suoi punti di riferimento artistici? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

“Qui forse non basterebbe lo spazio di questa intervista, per la quale – colgo l’occasione – vorrei offrire tutto il mio ringraziamento. Provo a sintetizzare, premettendo – mi si conceda – che io trovo un fortissimo legame tra musica, letteratura e arte pittorica, un legame in cui ognuna influenza l’altra. E quindi potrei dirvi che Paolo Conte (che, tra l’altro, è anche un gran pittore e disegnatore), certi romanzi surreali come Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, tutta la scuola surrealista che ha stravolto i canoni pittorici, il genio unico e grandioso di Picasso e l’immediatezza di Mirò sono punti di riferimento da cui attingo per trovare spunti d’ispirazione, che poi provo ad allargare curiosando tra mostre e gallerie. A me è sempre piaciuto tutto ciò che ha del paradosso, che ha del surreale, che è fuori dal tempo e quindi non è mai moda ma è lì per restare anche se cambiano le mode. È per questo che cerco di elaborare questa mentalità e queste ispirazioni e di metterle su tela. Infatti, una delle cose che poi mi diverte e m’intriga di più, finita una tela o finito un disegno, è cercare di dare un titolo che abbia in qualche modo un suono poetico.”

Come realizza i suoi dipinti? Ha già un’idea chiara e definitiva di cosa andrà a dipingere oppure costruisce l’opera in momenti e fasi differenti?

“Sviluppo generalmente un’idea di base, che studio ed elaboro in vari modi su carta, man mano penso ai colori, alle tecniche e poi comincio a lavorare la tela. Per quel che riguarda i tempi di realizzazione, dipende. Se il tema è articolato, come nel caso dell’opera in questione “Esitazioni, meditazioni e improvvisazioni d’artista (dilettante)”, allora costruisco l’opera in momenti differenti, in altri casi porto a compimento l’opera in un’unica sessione. Però sì, quando mi trovo di fronte la tela bianca, ho già un’idea chiara e definitiva di quel che voglio fare, un’idea che si stratifica man mano prima in una costruzione mentale che metto in piedi durante i miei tragitti a piedi casa-ufficio e ufficio-casa e poi in una bozza su carta, su cui ragiono per i colori (che più o meno però ho già in testa) e poi, via, si va sulla tela!”

Quali sono le tecniche che preferisce utilizzare e perché? Acrilico, olio, acquerello, tecnica mista…

“Mi piace l’immediata lucentezza dell’acrilico, che spesso combino con i colori fluo e gli acrilici con alluminio in sospensione. L’acrilico ha una duttilità unica (che, tra l’altro permette anche di correggere facilmente eventuali errori) e a me piace anche combinarlo con le paste materiche bianche e nere e col gesso perché mi piace anche molto dare la sensazione di come ho lavorato tutta la materia che ho a disposizione. Una volta, e questa è stata una pura scelta istintiva, stavo mettendo ordine tra il mio materiale e avevo un astuccio per i pennelli che ormai non era più utilizzabile. Lo stavo buttando via, quando – istintivamente – mi è venuto in mente che potevo incollarlo sulla tela e ricamarci intorno una trama di colori in una giungla di sentieri di ordinato caos. Per informazione, ho intitolato questa tela “La giungla del pittore”. Avere a disposizione diversi materiali da combinare tra di loro è un meraviglioso e continuo stimolo di creatività e fantasia.”

“L’arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare” sosteneva Salvador Dalì. Può commentare questa citazione?

“Quando Einstein ha elaborato e presentato la teoria della relatività, per molti non è stato rassicurante… (poi molti si sono ricreduti); ma, a parte questo, l’affermazione di Salvador Dalì riflette, rispecchia e incarna l’essenza ontologica dell’essere umano. L’umanità si evolve, si è evoluta e, auspicabilmente, si evolverà grazie a una continua osmosi tra razionalità, logica, paradigmi quantitativi e scientifici da un lato ed emozioni, passioni, slanci d’istinto dall’altro. Una dimensione non può fare a meno dell’altra. Einstein, d’altronde, suonava il violino… Se il disturbo provocato dall’arte (sempre che rispetti valori etici fondamentali) è rappresentato dallo smuovere emozioni e sensazioni, di qualunque tipo, allora l’arte ha fatto il suo compito perché induce a riflettere, a esprimere un’opinione, un giudizio e, quindi, a contribuire a quell’osmosi di cui parlavo prima. Come non concordare quindi con Dalì?”

 

Esitazioni, meditazioni e improvvisazioni d’artista (dilettante)

Hit enter to search or ESC to close