Nella sua nota biografica si legge “Grazie a tutti coloro che incontro nella mia vita”, l’incontro quanto è collegato alla poesia e in che modo?
Credo che l’incontro con le persone non sia mai casuale, il gioco della vita, così viene definito; la vita è un teatro, nel quale ognuno è attore, facciamo sì che ci facciamo da specchio. Ci permette di vedere con il nostro sentire se siamo in equilibrio con noi stessi. Avvengono movimenti emozionali a volte leggeri a volte pesanti. Ascoltandoli possiamo “guarire” anche in modo genetico, storico, collettivo e cosmico. Arrivando così alla nuova consapevolezza e da qui ricrearci con nuovi pensieri e succede anche l’andare oltre i nostri limiti.
I suoi componimenti richiamano a un mondo “interiore”, basti pensare a Pace interna o La mia bambina interiore, le parole sono un modo per condividere l’io con il resto del mondo?
Sì, anche, ricordandomi sempre che sono in continuo cambiamento e quindi a volte rileggendomi, cambiano anche le mie emozioni di fronte ad esse. Ripeto c’è una continua evoluzione quando si lavora su sé stessi e si vuole sempre di più conoscere il proprio mondo interiore. È un viaggio e quando si viaggia si scoprono tante cose.
Se dovesse descrivere la sua poetica con una sola parola, quale sarebbe?
Magia.
Ci potrebbe descrivere il processo creativo che porta alla luce le sue poesie? Lo definirebbe meditato e attento alla forma o più impulsivo e preda dell’ispirazione?
Direi impulsivo e in preda all’ispirazione. Arrivano velocemente e subito devo coglierne la bellezza. Dico così perché per me, leggermi mi porta al piacere di potermi poi condividere. Con il desiderio che possano essere in qualche modo un punto di riferimento o comunque di riflessione per chi lo desidera.