Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?
“Vengo da studi classici, ma ho anche sempre apprezzato il genere fantasy-cavalleresco: questi sono i miei punti di riferimento e infatti l’opera che mi ha spinto a scrivere poesie tralasciando la prosa è l’“Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto.”
Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?
“Una poesia a cui tengo molto è “Filofrosine”, dove descrivendo una donna unica, seppur immaginaria, ho avuto modo di parlare di un sentimento importante molte volte oggi giorno male interpretato e poco apprezzato: la gentilezza.”
I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?
“Entrambe le circostanze sono alla base del mio lavoro: alcune poesie sono uscite di getto, senza una vera ricerca, altre invece più complesse hanno richiesto un maggiore studio.”
Qual è il sentimento che la spinge a scrivere poesie? Sente che la aiuta ad affrontare meglio i sentimenti e la vita quotidiana?
“Ciò che mi spinge a scrivere è la voglia di esprimere idee e sentimenti attraverso storie, immagini; punti di vista che possono essere accettati totalmente, in parte o affatto. Tutto si può riassumere con l’espressione «leggiamo per sapere che non siamo soli» (Richard Attenborough, Viaggio in Inghilterra): questo vale sia per lo scrittore, che deve essere capace di dare vicinanza a chi legge, sia per il lettore, che è alla ricerca di qualcosa. Posso perciò affermare che scrivere mi aiuta a scoprire me stesso e mostrarmi per affrontare meglio la vita quotidiana.”