Intervista d’Autore – Anna Paudice

Le protagoniste dei suoi racconti sono donne diverse tra loro, ognuna con una sua storia e caratterizzazione. Quale sente più vicina e perché?

Ogni personaggio femminile rappresenta momenti diversi di un cammino di evoluzione personale. In ognuna posso ritrovare emozioni e sensazioni che mi appartengono e che ho cercato di trasmettere nei miei racconti. Quindi in tutte ci sono parti di me. Quella che sento più vicina è Giulia, la protagonista di DISORDINE. Devo dire che la costruzione di quel racconto è stata complessa: è una sorta di mosaico in cui si alternano emozioni, sensazioni e ricordi. È un gioco di sponda che serve a ricostruire lentamente l’evoluzione del personaggio e a condurre il lettore nella sua vita. Il tutto è inserito nel presente, quindi c’è un continuo movimento sulla linea del tempo. Mi sento vicina a Giulia perché, sono convinta che l’identità di ciascuno sia l’amalgama tra passato e presente, e che non ci si può proiettare verso il futuro se non si fanno i conti con il proprio vissuto. Giulia comprende proprio questo: non basta ordinare, bisogna accogliere ed armonizzare il mosaico della propria vita.

Quanto e come ha lavorato per creare personaggi e situazioni che siano verosimili? E perché ha scelto di operare in questo modo?

Il vero sottintende una visione oggettiva della realtà, una sorta di fotografia degli eventi. Per me, la verosimiglianza permette allo scrittore di muoversi liberamente partendo da un’immagine reale, rielaborando la narrazione in modo che i personaggi acquisiscano una loro fisionomia ben definita e quindi un’autonomia narrativa. Vere risultano le sensazioni ed emozioni, verosimili le vicende di cui sono protagonisti. In questo modo credo che un lettore possa più facilmente entrare nelle storie e condividerle.

Definisce il suo rapporto e avvicinamento alla scrittura come “un’avventura” nella sua nota all’opera. Saprebbe dire dove l’ha portata questa avventura e cosa le lascia questa esperienza?

Ho sempre amato molto leggere e scrivere. Devo questa passione a mia madre che sin da bambina mi ha regalato libri e letto storie. Per me scrivere è un approdo naturale. Ma la mia è stata per anni una “scrittura privata” non pensavo di scrivere racconti, tanto meno di pubblicarli. Nel periodo del lockdown, ho partecipato online ad un gruppo di lettura/scrittura con alcuni amici. Così ho cominciato a scrivere racconti ed è iniziata “l’avventura” che mi ha portato alla pubblicazione di questa antologia. Devo dire che ogni volta che ho davanti un foglio bianco, ritrovo la stessa emozione del primo racconto. Ho già in mente altre storie.

Quanto la sua scrittura è frutto di un’attenta ricerca tecnico-stilistica e quanto, invece, istintiva e dettata dall’ispirazione momentanea? Qual è il suo metodo di scrittura?

Il punto di partenza è per me sempre la realtà: un ricordo, un’immagine, una storia raccontata. Poi c’è la fase dell’ideazione. Mi limito solo a definire la trama di base, non mi piace fare schemi, scalette, griglie e quant’altro, tanto so di non rispettarle. Mi piace che i personaggi crescano da soli, spesso li ho immaginati in un modo poi la storia ha preso una direzione completamente diversa. Mi viene in mente il personaggio di Amelia. Avevo il ricordo un’anziana musicista che, alla tastiera del pianoforte, si trasformava completamente, sembrava ritrovare la giovinezza perduta. Ho pensato ad una storia costruita intorno a lei; poi ho progressivamente ampliato il primo nucleo del racconto, inserendo l’idea della singolare amicizia con un giovane pittore. Tutto il resto è venuto spontaneamente, narrando. Devo dire che in genere preferisco, quando ho un’idea, seguirla sino alla fine; poi rileggo il racconto dopo qualche giorno e lavoro specialmente sulla lingua e sullo stile. Comunque fondamentale per me è l’idea, il personaggio, la storia che voglio raccontare, il resto viene da sé.

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Francesco Rovida
Francesco Rovida
1 anno fa

Entrare nel mondo di Anna Paudice, cioè nei diversi pezzi di lei sparsi nei diversi racconti, è un invito al viaggio dentro di sé. Un invito fatto con la delicatezza di poter immaginare situazioni che sono “altro da sé”, ma che, lo si intuisce, parlano di tutti. Ogni donna raccontata manifesta la propria unicità, senza il timore delle proprie fragilità: il femminile, da sempre custode e rappresentante della dimensione profonda dell’umano, accompagna il lettore sulla soglia di situazioni e vissuti piccoli e grandi.

Pia Colavolpe
Pia Colavolpe
1 anno fa

All’autrice vanno tutte le mie amorevoli felicitazioni per un esordio così carismatico! Evviva!!

Per la profondità immediata e istintiva nella capacità di costruire scenari e indimenticabili volti di donna.

Per lo stile limpido e asciutto, eppure suadente.

Per mille altre cose.

E per la gioia che dà poter assistere ad un piccolo e quasi sconosciuto sogno realizzato da un’amica del cuore. 🌟❤️

Ester D'Auria
Ester D'Auria
1 anno fa

L’articolo, ben confezionato, ha permesso al lettore di cogliere aspetti dell’autrice che l’hanno portata ad intraprendere questa nuova avventura. Inoltre, è apprrzzabile la sincerità che trapare dalle risposte dell’autrice .

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