Intervista d’Autore – Marziani Edgardo

La sua passione per la scrittura nasce dall’infanzia oppure si è manifestata più di recente?

La passione per la scrittura è nata in epoca liceale in concomitanza con gli studi classici ed in particolare con lo studio di Dante Alighieri ed il Dolce Stil Novo; sebbene fin da tenera età, anche alle scuole elementari, mi piaceva comporre piccoli temi a contenuto fantasioso! In concomitanza con la crescita didattica, lo studio dell’età medioevale prima e rinascimentale poi, hanno sviluppato in me una tendenza imitativa, ad uso puramente personale e sperimentale, che mi portava ad imitare gli autori quali Dante, Petrarca, Boccaccio, Guininzelli, Cavalcanti ecc. Tale atteggiamento si riportava anche successivamente al periodo di Foscolo ed alla successiva epoca romantica. La vita poi, con tutte le sue vicissitudini mi ha condotto a sviluppare sentimenti ed emozioni che ho cercato di tradurre al meglio in componimenti poetici e di prosa (questi ultimi tradottisi in saggi storici riguardanti i Cavalieri Templari).

Lei stesso dice di essere particolarmente appassionato al periodo storico dei cavalieri templari. Questa sua passione la ritroviamo trasmessa anche nelle sue poesie?

Attualmente non ho effettuato componimenti poetici in merito ai cavalieri templari, ma volendo pubblicare una monografia, non escludo che per allora, qualche componimento poetico possa essere fatto in merito.

La sue opere sono intrise del classico amor cortese, quali sono gli autori che più la ispirano?

Come detto in precedenza tutto il Dolce Stil Novo con particolare riguardo a Dante Alighieri ed agli altri sopra menzionati.

Nella raccolta “Vie vol. 55” ha inserito una poesia in romanesco. Ritiene che il dialetto possa in alcuni casi esprimere meglio sensazioni ed emozioni?

Il dialetto è fondamentale per esprimere emozioni e sentimenti in modo diretto e per certi versi anche più verace: il componimento risulta essere più vicino a chi lo legge ed a mio parere riesce a penetrare meglio nell’animo umano; certo bisogna ben conoscerlo e comunque indirizzarlo a tutti coloro che potrebbero comprenderlo. Il dialetto toscano e quello romanesco, ritengo siano quelli più vicini al mio spirito compositivo.

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