Interviste d’Autore – Giuseppina Dede

Le sue poesie in alcuni casi sono molto brevi… possono bastare per lei pochi versi per esprimere concetti profondi? Come si fa a poter riuscire in questa impresa?

“Scrivere poesie non è come bere un bicchier d’acqua, questo è un dato di fatto, rappresentano qualcosa di molto profondo che ha a che fare con l’animo umano. A volte, però, certe parole, anche se poche, arrivano al momento giusto e trovano la propria posizione senza volere riempire troppo spazio.”

Alcune sue poesie sono scritte sia in lingua inglese sia in lingua italiana. Ha sempre scritto utilizzando altre lingue? Trova ci siano dei temi che riesce ad elaborare meglio in una lingua straniera? Se sì, quali sono?

“Le lingue straniere sono il mio pane quotidiano, fanno parte del mio lavoro. Non ho sempre scritto utilizzando altre lingue. Per alcuni testi pubblicati nella raccolta, le parole in inglese si sono presentate senza chiedere il permesso e io ho lasciato che parlassero delle mie emozioni. Hanno dato il senso del vivere.”

L’amore per la scrittura poetica è nato da un evento scatenante oppure è stato un percorso naturale e maturato nel tempo?

“L’amore e l’interesse per la scrittura hanno sempre fatto parte della mia vita, ma qualche anno fa, nel 2020, nel pieno del periodo pandemico, grazie a delle dirette organizzate sui social, ho ricominciato a scrivere. Ho seguito dei laboratori che mi hanno aiutato a calibrare il flusso, la creatività aveva preso il sopravvento in senso positivo, ma andava studiata. Inoltre, vivendo un periodo particolarmente complesso, ho fatto in modo che la poesia si prendesse cura di me. Come un balsamo, la scrittura poetica è riuscita ad alleggerirmi dal peso di macigni enormi e a farmi riscoprire la bellezza dentro e fuori di me, nonostante alcuni testi siano particolarmente impegnativi.”

In che modo ha selezionato le poesie da inserire in questa collana? Perché la scelta è ricaduta su alcuni componimenti invece che altri?

“Tutte le poesie rappresentano me e il mio essere, quelle scelte per l’inizio e la fine della raccolta parlano della me di adesso. Quelle, nel centro, invece, rappresentano il viaggio che ho intrapreso per arrivare fino a oggi.”

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