Interviste d’Autore – Greta Mandelli

Nella sua nota biografica racconta di dipingere fin dalla tenera età. Ricorda il suo primo approccio alla pittura? Quando ha compreso che non era solo un passatempo ma una vera e propria passione?

“Ho un ricordo sfocato della mia infanzia, ma credo che il mio primo approccio alla pittura risalga ai tempi dell’asilo, quando all’età di 4 anni partecipai ad un Concorso di Natale sulla natività e mi classificai seconda. È sempre stato qualcosa di più di un passatempo, ma la vera “svolta”, se così si può chiamare, è avvenuta al primo lockdown, durante il quale mi sono dedicata molto di più alla pittura, forse avendo anche più tempo a disposizione. In quel periodo l’arte era una forma di evasione e dipingere era l’unica cosa che mi aiutava a non pensare.”

Dipinge, come lei stessa afferma, principalmente volti femminili. Come mai predilige questi soggetti? Cosa cerca di imprimere su tela?

“I volti che dipingo rappresentano un’estensione di quello che sono, non so se riesco a rendere l’idea, è come se fossero una parte, o meglio, un prolungamento di me stessa. Vorrei che le persone vedessero quello che vedo io, la potenza dei loro sguardi e le storie che raccontano. Dietro un volto c’è sempre un’anima e dietro un’anima c’è sempre una storia. La bellezza del dolore che si trasforma in delicatezza, una delicatezza che incanta l’anima. Come diceva Baudelaire: la malinconia è della bellezza nobile compagnia, al punto che non so concepire un tipo di bellezza che non abbia in sé in dolore.”

La maggior parte delle sue opere sono realizzate con pastello su cartoncino. Cosa preferisce di questa tecnica? Crede che sia la più congeniale per i suoi soggetti?

“Il pastello su cartoncino è una tecnica che mi porto dietro da sempre, in realtà non ne ho mai sperimentate altre, ma so che con il pastello riesco a dare forma perfettamente a quello che ho in mente, sento che ho come una sorta di controllo e non posso sbagliare.”

Qual è la sua più grande aspirazione artistica?

“La mia aspirazione maggiore è scuotere gli animi, offrire tramite l’arte una via di liberazione e di salvezza. Mi appello a Dostoevskij che sosteneva che la bellezza salverà il mondo e io penso che in questo momento il mondo abbia bisogno di essere salvato. Non ho la pretesa di riuscirci, ma sicuramente l’intenzione di provarci.”

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