Se dovesse descrivere in un solo termine la sua poetica quale utilizzerebbe?
La poesia è un vasto riflesso che attraversa l’universo e crea luce per l’anima. La mia poetica è silenziosa ma profonda. Il termine che utilizzerei per descriverla è “VERLIBRISTA”. Il poeta deve liberare i versi dall’emozioni e con le proprie parole creare messaggi che diano un senso ad ogni esperienza. Ogni volta dona vita ad un foglio bianco e lo rende immortale.
Come si è avvicinata alla scrittura e, in particolare, alla poesia? Quale funzione le attribuisce e perché?
All’età di 10 anni mi regalarono una raccolta di poesie. Rimasi colpita dall’espressioni esplicite di ognuna. Mi avevano spalancato le porte di un mondo stracolmo di emozioni… ho capito l’importanza delle parole e ogni volta che ricevevo una frase meravigliosa la trascrivevo su foglietti di carta recuperati al momento. A volte ero commossa… altre meravigliata… Da allora sono parte di questo incontenibile valore. La funzione è un mezzo superiore che ci permette di comunicare in modo potente e di lasciare le nostre impronte tutte le volte che diamo un titolo ad un sentimento.
Scrivere le permette di ascoltare le sue emozioni più profonde… le permette anche di trasformarle sempre in qualcosa di positivo?
Scrivere può diventare la scialuppa di salvataggio quando la nostra anima è alla deriva. Salva la lucidità che ci resta, protegge la nostra identità, cura la sofferenza che proviamo. Definisce il suo universo ogni volta e attraverso le sfumature, permette un ampia visione nel tempo. E’ una risorsa speciale .E’ la cornice dell’universo. Essere scrittore è un lavoro particolare, è un dono da parte della vita che bisogna pagare con la verità… è un viaggio di ricordi abbandonati e di valigie ritrovate.