In che modo nascono le sue poesie? Sono frutto di momenti di vita reale e personale oppure le piace scrivere di sentimenti universali?
“Sono sempre frutto di momenti di vita reale e personale, anche se poi descrivono o comprendono anche sentimenti universali. In ogni caso mi piace scrivere degli uni e degli altri: lo trovo rilassante, allegro, divertente, gratificante. Contribuisce a farmi sentire vivo.”
La poesia di incipit presente in questa collana “La capanna del cuore” possiamo ritenerla un manifesto della sua poetica? Perché ha ritenuto importante che fosse la prima?
“Descrive momenti di vita reale e personale “intimi” e profondi e ritenevo opportuno assegnarle un posto “d’onore”. No, non la ritengo un manifesto della mia poetica, poiché solo una poesia che ricomprenda tutte le caratteristiche delle altre potrebbe rappresenterebbe una manifesto della mia poetica.”
Una sua poesia si intitola “Sinfonia di tenerezza” e in realtà questa dolce melodia di accoglienza, fatta di vocaboli semplici, la ritroviamo in tutta la raccolta. Sono questi i sentimenti che vuole trasmettere al lettore?
“Vorrei trasmettere al lettore, un granello di esistenza che faccia volare lontano, che faccia sentire bene, che lasci una traccia di un momento che non tornerà più esattamente in quella forma. Sì, una sorta di melodia di accoglienza, una specie di porto sicuro in cui rifugiarsi e riposarsi. Credo che le cose semplici, anche i vocaboli, siano più aderenti alla realtà delle cose. Sentimenti e natura sono semplici: talvolta, forse, è difficile capirli, ma non descriverli.”
Ha mai pensato di voler sperimentare altre forme di scrittura oltre a quella poetica?
“In passato mi sono cimentato anche nella narrativa. Ho scritto due libri, entrambi inediti, di narrativa per ragazzi. Non ho mai abbandonato l’idea di riprenderli in mano e tentare di pubblicarli, come non ho mai abbandonato l’idea di tornare a scriverne altri.”