Interviste d’Autore – Annarita Pancini

“Marilyn&Friends” è l’opera scelta per l’esposizione collettiva dove i soggetti raffigurati sono icone della cultura Pop. Qual è il messaggio che vuole trasmettere all’osservatore? C’è una critica alla società odierna che vorrebbe far trapelare?

“È un omaggio alla donna più bella del mondo, che nonostante abbia avuto fama e successo, ha sempre sofferto e cercato l’amore per tutta la vita. Nella mia opera, due esseri puri di cuore (Silvestro e Titti) le sono vicini per colmare quel vuoto, donandole l’affetto incondizionato e sincero mai conosciuto e vissuto. 

Sì, c’è: questo assistere ad un consistente aumento dei consumi e da fenomeni d’imitazione sociale diffusi tra ampi strati della popolazione. Il bramante desiderio che le azioni che vengono intraprese a tutti i livelli dagli individui, debbano essere coronate dal successo. Non dobbiamo misurare la felicità, concretizzandola in numeri, marche, simboli e materiali che rischiano di evolvere sempre a rialzo, ma come una profonda e non quantificabile libertà di pensieri ed azioni. Alleniamoci quotidianamente a tenere ben tarato il nostro “strumento di misurazione interiore” che ci ricordi di gioire per quanto raggiunto e ce lo faccia dare per scontato il più di rado possibile.”

L’opera presentata durante questa collettiva è molto diversa rispetto a “Rinascita”, opera con cui ha partecipato ad una precedente mostra. Si tratta di un cambiamento nel suo stile pittorico oppure ama realizzare quadri molto diversi fra loro in termini di tecnica e soggetti rappresentati?

“Nessun cambiamento di stile, dipingo di pancia mettendo su tela quello voglio esprimere e comunicare. Per offrire all’osservatore una visione a 360 gradi e una migliore comprensione dell’opera, utilizzo tecniche, materiali e personaggi mirati, in base a ció che voglio rappresentare in quel determinato momento.”

Riuscirebbe a descrivere la sua arte con un solo termine?

“Cuore.”

Cosa rappresenta per lei la pittura? Crede che potrebbe riuscire a farne a meno?

“Per me la pittura è uno strumento che permette di poter esprimere dei sentimenti, che pur essendo personali ed individuali, appartengono e sono comuni a tante persone. Penso che nelle opere di un artista ci sia tanto di sé stesso e quel “qualcosa” viene poi trasfigurato nelle proprie creazioni, diventando uno stile particolare che è espressione e sintesi della propria storia.
No, non voglio più fare a meno della pittura. Sono riuscita a smontare la convinzione del “è troppo tardi”, ho imparato a non censurarmi e a darmi il permesso di veder realizzato un sogno custodito per troppo tempo in un cassetto.”

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