Gli elementi marini e i trabucchi sono i soggetti principali delle sue opere. Quanto sente forte il legame con la sua terra e, soprattutto, con l’elemento naturale dell’acqua?
“Mi viene naturale rendere omaggio alla mia terra d’origine… il mare è il mio rifugio e la mia fonte d’ispirazione. L’acqua mi affascina, la sua semplicità è di un valore inestimabile. L’acqua è la metafora della vita stessa, il “tutto scorre” mi insegna continuamente che occorre accettare i cambiamenti, che gli stessi ci condurranno a situazioni diverse dalle precedenti ma che sono necessari e che tutto passa, tutto passa e ci trasforma.”
Le opere “Sorger dell’alba su San Vito” e “Ciò che rimane di una passeggiata al mare” sono quadri con applicazioni di conchiglie. Come mai ha scelto di inserire anche degli elementi materici a queste due opere?
“Mi concedono il privilegio di rendere più completa l’opera, come se gli stessi dando una dimensione ulteriore che permette all’osservatore di entrarci all’interno.”
L’opera “Il futuro nato dal terribile presente” è invece un’opera particolarmente enigmatica e sicuramente con un soggetto diverso dalle altre. Cosa vuole trasmettere e qual è il messaggio che vorrebbe far cogliere all’osservatore?
“È un’opera nata di getto, un omaggio alla maternità, alla maternità in generale con il disegno stilizzato del pancione in alto a destra e alla maternità sofferta e sanguinante delle donne ucraine, costrette a vivere il giorno più bello della loro vita nei sotterranei di un ospedale sotto ai bombardamenti. I colori scelti aiutano l’osservatore a cogliere l’omaggio che ho voluto regalare a queste donne.”
Qual è il suo sogno come artista? Quale è la sua più grande aspirazione?
“Il mio sogno è lasciare un segno della mia anima a tutti quelli che mi rendono onore osservando le mie opere. La mia grande aspirazione sarebbe quella di trasmettere le mie emozioni a chi osserva i miei quadri senza pregiudizi.”